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Think tank (217)

di Rita Bramante*Si avvicina la seconda edizione del Cleaning Day Nazionale, appuntamento annuale che corona una serie di iniziative di quartiere mirate a contrastare il degrado delle scritte vandaliche e a tenere più pulita la città con il coinvolgimento attivo dei residenti. Quello del graffitismo urbano è un fenomeno complesso: possiamo trovarci di fronte a veri e propri atti di vandalismo, manifestazioni illegali e degradanti o a espressioni artistiche, che colorano gli spazi urbani e li rendono più gradevoli. I writer lasciano opere raffinate e sorprendenti sui muri di mezzo mondo, come Andrè Saraiva che ha iniziato a disegnare graffiti sui muri di Parigi all’età di 13 anni e oggi, che ne ha 42, è uno dei creativi di punta della scena francese o il newyorkese Billy the Artist, talento dell’arte on the road, autore di inconfondibili graffiti dai tratti decisi e dai colori sgargianti.
di Andrea Radic*La strada imboccata da Expo diventa oggettivamente sempre più difficile, con salite sempre più ardue, con discese sempre più ripide e non priva di imboscate da parte di briganti, faccendieri e vario sottobosco umano. Come se la carovana di Expo che andava alla conquista dell'Ovest fosse stata lasciata priva di scorta. Ma non dobbiamo dimenticare che sin dal principio ad alcuni incroci la svolta è avvenuta dalla parte sbagliata.Andiamo con ordine. In primo luogo, una certa megalomania ha caratterizzato il "modello Moratti" e non solo perché l'allora Sindaco, come con grazia Giulio Tremonti le faceva notare dicendo "Letizia il governo non è tuo marito", non ha mai considerato il denaro come una variabile significativa, ma anche perché le condizioni economiche erano diverse. Non è passato molto tempo sul calendario, ma per il sistema economico è stato un'era geologica e la revisione dei costi è avvenuta anch'essa in ritardo.
di Istituto Bruno Leoni*Già lo scorso 17 febbraio, scrivevamo che la ritenuta automatica del 20% sui bonifici dall’estero, introdotta nell’agosto 2013 con la legge europea, era una misura fiscale vessatoria: invertendo ancora una volta in campo tributario l’onere della prova, rendeva tutti i contribuenti che avessero ricevuto un bonifico dall'estero evasori fino a prova contraria.Nel febbraio scorso, un provvedimento dell’Agenzia delle entrate ne ha differito l’efficacia al primo luglio 2014.Ufficialmente, il rinvio della decorrenza è stato motivato nel provvedimento dalle consuete “difficoltà applicative”. Secondo il ministero dell’economia, più che di rinvio si trattava invece di uno stop. Che l’allora ministro Saccomanni avesse in mente un vero e proprio dietro front lo si comprende chiaramente dalle conclusioni del comunicato stampa, dove viene consegnata al prossimo governo la valutazione di abrogare una norma che, aggiungiamo noi, si era rivelata fin dall’inizio non solo contraria allo Statuto del contribuente, ma anche, dal punto…
di Lionello Mancini*C'è un che di surreale nel rileggere sull'ordinanza di ieri, alcuni nomi che già nel 1994 riempivano le cronache di Tangentopoli. Ma la frustrazione che deriva dal doversi confrontare con le stesse foto segnaletiche, non deve affievolire l'allarme.L'allarme lanciato da magistratura e Guardia di finanza a salvaguardia di pezzi importanti dell'economia del Paese: «Noi ci siamo, ma per legge arriviamo sempre dopo». Attenzione a non ridurre il punto focale di questo nuovo blitz alla coazione di pochi, soliti noti, nel perpetuare meccanismi e comportamenti patologici su appalti, nomine, soldi pubblici (sempre utilizzando come sponda un'idea altrettanto deviata della rappresentanza). Il punto vero è piuttosto il contesto politico, economico e burocratico che permette ai faccendieri di agire indisturbati. Finché (e se) scattano le manette.
di Clemente Mazzetta*Se gran parte delle piccole e medie imprese non è in grado di pagare un salario minimo di 4 mila franchi,  ne deriva che il ricorso alla manodopera straniera, in particolare ai frontalieri rimane essenziale per mantenere lo stato attuale del tessuto economico e imprenditoriale del Ticino. Altrimenti senza "confinanti" molte aziende sarebbero costrette ad uscire dal mercato. Tertium non datur. Ergo, il salario minimo non avrebbe alcun effetto sostitutivo, i frontalieri non sarebbero rimpiazzati dai lavoratori locali. Semplicemente un certo tipo di ditte, di aziende chiuderebbero. Con devastanti effetti a catena sul sistema produttivo. Più salari, meno aziende, più disoccupazione."Un ragionamento che sta in piedi, ma che non contempla altri effetti  -  osserva  l'economista Angelo Rossi -. È  difficile infatti a priori stabilire l'effetto netto di tutto questo, perché senza frontalieri aumenta la produttività, aumentano i salari, aumentano i consumi. Dato questo, può darsi che aumentino anche…
di Daniela Muti*La manifestazione Vecchi Libri in Piazza celebra il prossimo 11 maggio, in Piazza Diaz a Milano, i suoi primi, fortunati ventanni. Nata nel 1995 su iniziativa della storica Libreria Antiquaria Malavasi di via Santa Tecla, in collaborazione con il Comune di Milano, ha visto aumentare nel tempo sia il numero degli espositori che degli appassionati di libri a caccia di qualche rarità, o più semplicemente di libri esauriti o fuori catalogo.“Inizialmente” – spiega Sergio Malavasi, titolare con il fratello Maurizio dell’omonima libreria milanese e responsabile dell’Associazione Maremagnum Librorum che cura la mostra-mercato – “non erano più di una ventina di librerie che trattavano principalmente libri antichi, ma presto le adesioni da parte dei librai sono via via cresciute, così come si è ampliata l’offerta che è andata estendendosi ai generi più diversi e alle più svariate edizioni.
  di Claudio Bollentini La cronaca registra sempre più frequentemente la scoperta di traffici di valuta non dichiarata ai valichi insubrici tra Svizzera e Italia. Le tipologie del trasporto di valuta sono veramente infinite e il limite è dettato solo dalla fantasia che in queste circostanze non manca mai. E scordatevi l’immagine dello spallone, non esiste più, oggi è la cosiddetta gente comune ad arrangiarsi da sola o con l’aiuto di “professionisti” di fiducia. Nell’ambito della legalità sono tante le vetture che si vedono transitare al confine con quattro o cinque occupanti, di solito con grisaglia d’ordinanza e valigetta da usare alla bisogna. Ma non mancano i “pendolari” che usano il treno o addirittura le corriere.
di Luca Beltrami Gadola* Il Salone del mobile è finito. Peccato. È finito anche il Fuorisalone, peccato due volte. Milano aveva cambiato volto, si sentiva un frizzare di aria e di idee che abbiamo colto tutti, complice un clima dolce. Tra tutte le cose forse il meglio è stato il pubblico, giovane, attento e interessato. Gli anni scorsi avevo avuto l’impressione che a far girare la macchina fossero soprattutto le feste, gli aperitivi, una sorta di festival all’insegna del “qui si beve gratis”. Quest’anno no: occhi attenti, commenti (che ho indiscretamente orecchiato), interesse. Le vicende di Expo2015 e l’imminenza dell’evento sono finiti sullo sfondo e quest’ossessiva presenza per una settimana, nel migliore dei casi, è sembrata ridursi a una citazione d’obbligo.
Anche quest’anno il Salone del Mobile in corso a Milano è stato un successo, stando ai numeri molto positivi già registrati nella prima metà della settimana. Sia la manifestazione in sé alla Fiera sia, soprattutto, gli eventi collaterali del Fuori Salone, la movida serale e tutti gli altri ingredienti migliori dell’attrattività milanese. Il “sistema” funziona. la formula di anno in anno viene migliorata ed integrata da nuove iniziative. Tutto bene? Non proprio, direi. E mi riferisco alla solita nota dolente del traffico bloccato e del conseguente caos cittadino. Niente di nuovo sotto il sole, è uno scotto da pagare, ma quest’anno il problema assume un qualcosa di sinistro e diventa un incubo vero e proprio se si pensa all’Expo.

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