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Vita Cristiana

Vita Cristiana (60)

Domenica via Arcivescovado prende il nome di via Martini. Scoprendo la targa Pisapia e Scola sanciranno la riconoscenza di Milano al pastore che in oltre 22 anni di episcopato è divenuto autorità morale per il magistero e lo stile esercitati in campo civico oltreché religioso. Far memoria è andar oltre le circostanze. Martini è stato protagonista di un’epoca drammatica, contribuendo a tener vive le braci (l’immagine gli piaceva molto) per riattizzare il fuoco del rilancio della città. Arrivato il 10 febbraio del 1980, nella stagione del terrorismo, ha preso per mano Milano con dolcezza e fermezza sino a costituire un punto di riferimento, mentre istituzioni, convivenza, moralità pubblica, scricchiolavano. All’arcivescovo i terroristi consegnarono le armi nell’84; a Martini l’allora ad di Fiat Romiti chiese scusa per Tangentopoli; ancora a lui Delhors conferì nel 2000 il premio «europeo dell’anno» a coronamento di anni spesi per l’Europa; come presidente dei vescovi europei…
Antenne sul campanile. E telecamere in chiesa, all’oratorio, a scuola, all’asilo, al centro di accoglienza Caritas. In un mondo in cui tutto corre a 2.0, anche le vie della Fede passano per Internet. Don Carlo Pirotta lo ha capito. E ha trasformato la comunità pastorale San Pietro da Verona di Seveso nella parrocchia più avanzata d’Italia. Un modello che ha suscitato l’interesse della Curia arcivescovile di Milano. Occhi elettronici che non servono per controllare tutto e tutti, ma, più semplicemente, diventano «le gambe e la voce» dei sacerdoti. Quando sono pochi, o peggio, quando non ci sono. Magari per la crisi delle vocazioni. Quattro chiese, quattro oratori, una scuola materna, una elementare, l’ufficio Caritas. E 23mila parrocchiani. Impossibile pensare a tutti se i sacerdoti sono quattro. «Impensabile far fronte a una mole di impegni così enorme - spiega don Carlo -. Schiacciato dalle incombenze ho iniziato ad appassionarmi a Internet».…
“L’Anno Santo della Misericordia, indetto provvidenzialmente dal Santo Padre, a 50 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, rappresenta una grande occasione di conversione della nostra "mentalità", cioè di genesi dell’uomo nuovo. Papa Francesco ci ricorda che la «Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona»". Così scrive il cardinale Scola in «Educarsi al pensiero di Cristo». L’Anno Santo è così anima e continuità dell’anno pastorale guidato dalla nuova lettera pastorale. Nei giorni scorsi l’Arcivescovo in due distinti decreti ha dato attuazione nella Diocesi di Milano stabilendo le chiese giubilari e le quelle penitenziali.  «Vista la Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia, Misericordiae vultus, dell’11 aprile 2015 e in particolare considerato quanto stabilito al n. 3 sui luoghi in cui è possibile aprire la Porta della Misericordia -…
Oggi il rito ambrosiano è patrimonio vissuto oltre che dalla diocesi di Milano, anche da più di cento parrocchie di altre diocesi. Ma ciò che rende meritevole il soffermarsi su questa realtà è la coscienza ecclesiale esplicitamente testimoniata dai protagonisti, loro malgrado, delle separazioni verificatesi attorno all’Ottocento. Mentre non pare che le parrocchie ex patriarchine, e al tempo già da secoli romane, abbiano percepito la separazione come lacerazione della realtà ecclesiale da cui erano nate, da cui traevano la linfa e in cui vivevano, questo è il sentire costante di tutte le comunità ambrosiane. Una parola, la stessa sempre, ricorre nel lessico dei sacerdoti che, trovandosi a gestire questa novità, danno voce a tutta la comunità loro affidata: «excisi». Così don Ubiali, parroco di Calolzio, definisce se stesso e i suoi parrocchiani nel 1863 in un’interrogazione alla Commissione liturgica diocesana. Così dicono di se e dei fedeli ticinesi nel 1885…
La Fondazione Carlo Maria Martini e la Casa Editrice Bompiani hanno raggiunto un accordo per la pubblicazione dell’Opera Omnia di padre Martini. “L’accordo con Bompiani nasce per promuovere il pensiero e l’opera del Cardinale attraverso una sistemazione ordinata dei suoi interventi”, dice il presidente della Fondazione, Carlo Casalone SJ. Il primo volume, dedicato alle Cattedre dei non credenti, ideate e guidate personalmente dal Cardinale, raccoglierà finalmente, in modo completo e con alcuni testi inediti, gli scritti nati dagli incontri tra Martini e circa sessanta personalità di spicco nell’ambito della filosofia e della scienza, della letteratura e della teologia, svoltesi a Milano dal 1987 al 2002, aprendo, nell’arco di quindici anni, uno spazio di dialogo continuo, assiduo e innovativo tra credenti e non credenti. “L’uscita delle Cattedre dei non credenti è prevista per il prossimo autunno. Seguiranno uno o due volumi l’anno. E sarà, ogni volta, l’occasione per una riflessione sugli…
Sabato 28 febbraio 2015, in occasione del decimo anniversario dalla morte di don Luigi Giussani, in piazza Monte Grappa a Varese, il movimento di Comunione e Liberazione propone la mostra Dalla mia vita alla vostra, dedicata al suo fondatore. Alle ore 11 inaugurazione, accompagnata da musica e brevi letture di scritti di don Giussani, alle ore 18 chiusura. La mostra, ad ingresso libero, è visitabile per tutta la giornata di sabato, dopodichè viene esposta da domenica 1 a giovedì 5 marzo nel salone della Camera di Commercio, situata nella stessa piazza centrale del capoluogo prealpino. Domenica e lunedì apertura al pubblico dalle ore 10:30 alle 19, prolungata fino alle ore 21 nelle successive tre giornate. Un altro evento legato a questo anniversario è previsto per mercoledì 11 marzo, presso l'UCC Teatro di piazza Repubblica, con la proiezione del video "Don Luigi Giussani 1922-2005. Il pensiero, i discorsi, la fede". Nel…
di Card. Angelo Scola* Quella vita che è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Con l'anno nuovo, il caso comincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri e si principierà la vita felice. Non è vero?” “Speriamo”». Così il Leopardi conclude il serrato Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere, mettendo a nudo con la consueta, amara lucidità un dato ad un tempo contraddittorio e profondamente umano. Guardando alle vicende, personali e sociali dell'anno trascorso, potremmo avere più motivi di preoccupazione, quando non di vera e propria angoscia, che motivi di soddisfazione o di vera e propria gioia.  Il rapporto Censis, che puntualmente a dicembre fotografa lo stato di salute del nostro Paese, descrive l'Italia del 2014 come il Paese del 'capitale inagito'.
Nella mattinata di mercoledì 10 dicembre 2014, il Consiglio di Amministrazione della Veneranda Fabbrica del Duomo ha nominato presidente l'arciprete della Cattedrale, monsignor Gianantonio Borgonovo (nella foto in alto). Quest'ultimo, quindi, succede ad Angelo Caloia, dimessosi da poche ore in seguito al suo coinvolgimento nell'inchiesta della magistratura vaticana sul nuovo scandalo Ior. A tal proposito, il CdA ha emesso una nota attraverso la quale “esprime solidarietà al professore Angelo Caloia, cui va il merito di aver compiuto un gesto responsabile per non coinvolgere la Veneranda Fabbrica del Duomo in vicende ad essa esterne, in un momento in cui ha ottenuto grandi risultati e sta portando a termine gli interventi nei diciotto cantieri, oltre al restauro completo della Chiesa di San Gottardo, programmando importanti eventi nel periodo di Expo 2015”. 
Da metà novembre 2014, sono 139 nella sola Diocesi ambrosiana i diaconi permanenti, che rappresentano una figura il cui ministero, nella Chiesa di Milano, fu istituito nel 1990. Ai 132 che operano nel 'dietro le quinte' della vita cristiana quotidiana, si aggiungono i sette ordinati in Duomo di Milano dal cardinale Angelo Scola, nella giornata di sabato 15 novembre. Personalmente conosco un diacono permanente, ma penso proprio che in tanti ne conosciamo uno, senza magari sapere che egli sia un ministro della Chiesa. Già, perché è opinione diffusa che non si possa essere un operatore ecclesiale, solo perché “si tiene famiglia”. Chi sono, allora, queste persone? 
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