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Arredo urbano no, progetto di suolo sì
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di Vittorio Gregotti* Vorrei anzitutto muovere da una critica alla definizione di “arredo urbano”, una definizione che ricorda il tempo in cui erano i tappezzieri i responsabili dell’interno domestico. Vi è nella parola “arredo”, un senso che avvicina all’idea di guarnizione, di insieme di elementi di completamento decorativo, anziché a un progetto degli spazi urbani aperti. Si tratta invece proprio di un progetto che deve far fronte a una doppia e contraddittoria organicità: da un lato quella dell’uniformità e della leggibilità delle indicazioni che riguardano l’uso collettivo degli spazi aperti urbani, di percorsi, di trasporti e di sosta, e dall’altra l’organicità del disegno dei diversi spazi della città rispetto alla necessaria varietà degli ambienti, delle loro parti e del disegno degli elementi di connessione con le architetture che li definiscono.
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di Oscar Giannino* Sulle cosiddette “rendite finanziarie”, il Consiglio dei Ministri che ha varato la legge di stabilità ha finito apparentemente per sposare a metà entrambe le ipotesi che fino a ieri erano alternative. Il bivio iniziale era tra la linea sostenuta dal Pd sull’aumento della tassazione, oppure se i 900 milioni circa aggiuntivi da reperire per questa via si sarebbero ottenuti con la diminuzione di sgravi fiscali attualmente previsti con detrazioni Irpef al 19%, delle spese sostenute dai contribuenti a fini sanitari e d’istruzione, come preferiva il Tesoro.
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di Giacomo Lev Mannheimer* Due settimane fa, proprio nelle stesse ore in cui Enrico Letta esponeva all’Assemblea Generale dell’ONU il progetto “Destinazione Italia”, l’affare Telefonica-Telecom scatenava le reazioni indignate di gran parte dell’opinione pubblica: una coincidenza temporale degna della miglior satira, che però ha il merito di far tornare in auge il tema dell’investment climate.
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di Vitalba Azzollini* Il patrimonio culturale italiano è valore riconosciuto, nonché elemento di attrattività indiscusso e, dati i tempi, che su tali profili si sia tutti concordi è già di per sé un successo. Invece, possono avanzarsi dubbi in ordine alle modalità in cui “Destinazione Italia” si propone di far leva su detto patrimonio per richiamare investimenti esteri idonei ad apportare risorse utili ai fini della crescita economica e occupazionale del Paese.
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di Silvia Davite* Caro Bobo Maroni, alle scorse elezioni regionali mi è sembrato di rivivere la stessa storia delle elezioni comunali di Milano: non votai né Pisapia né la Moratti, votai Giancarlo Pagliarini Sindaco di Milano, il miglior assessore alla casa dopo le giunte della stagione riformista milanese. All’epoca delle elezioni milanesi non votai Moratti perché aveva fallito su periferie urbane, riscatto sociale e case popolari; non votai Giuliano Pisapia perché sugli stessi temi non assunse impegni precisi con la gente ed io di cambiali in bianco non ne ho mai firmate. Quando si votò per la Regione Lombardia non ho mai avuto la fortuna di vederLa in un quartiere popolare e sì che io nei quartieri popolari ci giro spesso; non ho sentito una parola una di impegno: né ascolto né proposta dunque. Feci ancora una volta voto disgiunto.
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di Matteo Beringhi* E’ impressionante il numero di persone verso cui nutro una stima incredibile che se ne sono già andate o si stanno organizzando per andarsene dall’Italia. Amici universitari e d’infanzia hanno fatto già i bagagli da tempo e sono contentissimi della loro scelta: per loro l’Italia è oramai soltanto un posto di vacanza. A questi si aggiungono altre persone conosciute nella vita professionale e privata. Della perdita di competenze ed intelligenza ci si preoccupa poco.
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di Alessandro Ciuti* La provincia di Varese è stata, da subito, uno dei territori che più e meglio di altri ha accolto con vivo e sincero entusiasmo, l'inizio dell'avventura di Color44. Tante sottoscrizioni on-line e numerose richieste di contatto di persone, di lombardi, pronte a partecipare e a fornire il proprio supporto diretto e disinteressato.
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di Angela Monti e Fabio D'Aula* L’estate appena trascorsa ha portato ad una modifica normativa che interessa molti italiani che hanno investimenti finanziari o immobiliari all’estero, che, per i più svariati motivi, in passato non hanno indicato nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Si tratta della Legge 6 agosto 2013, n. 97 - c.d. Legge Europea - pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 agosto 2013 ed entrata in vigore i primi di settembre.
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di Istituto Bruno Leoni* Perché l'Italia non cresce, o peggio “cresce” a tassi negativi? Le ragioni sono tante, ma una pesa più di ogni altra. L’ha spiegato molto meglio di economisti e politologi un imprenditore, il patron di Esselunga Bernardo Caprotti in una lettera al Corriere. Caprotti ha affermato che il mestiere del retailer, cioè portare insalata, colluttorio, carta assorbente e patatine fritte prima sui banchi dei supermercati e poi nelle case degli italiani, “nel nostro stranissimo paese è politico. Perché? Perché sono «politici» i due più grandi operatori nazionali”.
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