Claudio for Expo

ICH Sicav

 

Editoriale

Editoriale (428)

Euro in calo e parità con il Franco svizzero sempre più vicina, siamo stabilmente a 1,03 e la tendenza è sicuramente per una leggera ulteriore discesa nell’immediato futuro. Sono ormai passati tre mesi abbondanti dal giorno in cui la Banca Nazionale Svizzera (Bns) ha abbandonato l’artificiosa soglia minima del cambio a 1,20. L’apprezzamento della valuta elvetica ha avuto effetti importanti ed immediati in ambito finanziario e nelle attività delle banche, già ne abbiamo parlato su questo giornale, mentre era tutta da verificare la portata e l’ampiezza dell’impatto economico sui territori di confine e sul relativo interscambio transfrontaliero. Le oscillazioni del cambio, anche repentine, non sono una novità da queste parti e, a fasi alterne, hanno favorito una parte o l’altra, il Ticino o la Lombardia. Questa volta ad essere avvantaggiata è la Lombardia e in prima battuta il settore del commercio varesino e comasco. I commercianti non possono che tirare…
L’ombra della recente scissione di Flavio Tosi incombe sulla Lega e soprattutto su Matteo Salvini come una fastidiosa macumba. Da allora al segretario federale del Carroccio non gliene va bene una. Ricordate i proclami di qualche mese fa? Lega da sola ovunque, accenti forti e perentori, campagna elettorale permanente, discutibile nei contenuti e nella forma, ma sicuramente produttiva nei risultati, soprattutto in quello di fagocitare il resto del centrodestra, a cominciare da Forza Italia. L’espulsione di Tosi gestita male e finita peggio ha innescato una spirale di errori di valutazione o di tattica macroscopici che hanno portato la Lega sulle sabbie mobili della politica politicante, proprio il terreno meno congeniale a Salvini. Tutto nasce appunto dal caso Tosi. La linea del Piave dalla quale cominciare la battaglia contro Matteo Renzi, per accreditarsi come unico leader del centrodestra in grado appunto di competere con il presidente del consiglio, ha il nome…
Manca poco più di un anno alle prossime elezioni comunali di Milano e Varese, un lasso di tempo breve per qualsiasi attività umana, lunghissimo per la politica. Da oggi ad allora qualsiasi scenario o ipotesi potrà essere vista e rivista svariate volte, eppure in questo caso la logica imporrebbe di muoversi seriamente con largo anticipo perché trattasi di due città simbolo, per motivi diversi, della politica lombarda. L’una perché è la capitale della Lombardia e fulcro della politica regionale, l’altra perché tradizionale roccaforte della Lega Nord, più volte snodo di tattiche e strategie o addirittura laboratorio politico di formule e alleanze sviluppate in seguito altrove e ad altri livelli. Questa volta vanno al voto insieme e diversi sono i parallelismi, i paragoni, le similitudini interessanti oltre alla data comune delle elezioni. Un combinato disposto di circostanze che si spera non sfocino in un ticket preconfezionato dalle segreterie di partito e…
“Cosa farei io al posto di Alfano e Renzi? Con un preavviso di sfratto di sei mesi, raderei al suolo i campi Rom”. Così Matteo Salvini mercoledì a Mattino 5 nella giornata internazionale dedicata al popolo rom. Nessuna novità peraltro, il pensiero salviniano sull’argomento è noto da anni. Dall’altra parte della barricata politica, dura la replica della presidente della Camera, Laura Boldrini che dice: “Parole inquietanti di sola propaganda”, una sintesi del pensiero di tutto il mondo antileghista a sinistra e al centro e noto, anche qui, non da oggi. Poi c’è l’immancabile risposta del Vaticano che arriva per bocca del cardinale Antonio Maria Vegliò, capo dicastero del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti: “Sono posizioni estreme, assurde, come quelli che dicono “I musulmani? Li ammazzerei tutti” o “I migranti? Vadano tutti a casa loro”. Sono frasi stupide, e non varrebbe nemmeno la pena perdere tempo per commentarle”,…
Siamo una economia matura con preoccupanti sintomi di declino che i più pessimisti immaginano addirittura irreversibile. Sicuramente la congiuntura che viviamo è molto difficile e complessa da decifrare, la crisi peggiore dell’ultimo secolo dura da troppo tempo, serve pertanto un maggiore ed eccezionale impegno da parte della classe politica, del sistema educativo e delle istituzioni finanziarie per sostenere lo sviluppo economico e soprattutto puntare sulle nuove imprese nei settori della new economy ad alto valore aggiunto. Che rappresentano probabilmente l’unico volano o l’unica chance per farci uscire dal tunnel della recessione o della stagnazione. Come premessa però è indispensabile creare e favorire un ecosistema che consenta alle nuove imprese di ben operare e crescere, attivando un circolo virtuoso che va poi a beneficio di tutta la comunità. Facile a dirsi, complicato da realizzare, un sogno, specialmente in un paese statalista, molto spesso culturalmente arretrato in ambito imprenditoriale, affossato da burocrazia…
La settimana scorsa sono passato da Malpensa e, tra un ritardo ed un contrattempo, mi sono trovato costretto a passeggiare in lungo e in largo per l’aerostazione per un paio d’ore. Con le conseguenti inevitabili meditazioni sul passato, sul presente e sul futuro dello scalo della brughiera. Lascio perdere estetica, funzionalità, qualità, servizi, accessibilità e quant’altro lascia purtroppo ancora a desiderare, nonostante l’imminente avvio dell’expo, per concentrare l’attenzione sui massimi sistemi. Ossia sulla capacità di gestione strategica di Malpensa. Aeroporto dimenticato o perso nel porto delle nebbie a causa dell’indecisione, dell’incapacità e dell’incompetenza della politica e delle istituzioni? Compromesso per sempre? Non proprio. Migliorare si può, ma ad alcune condizioni. Abbiamo parlato lungamente anche su questo giornale dello scriteriato dualismo Linate-Malpensa, mai risolto e fortemente penalizzante per la crescita dello scalo varesino, delle conseguenze dell’accordo Etihad-Alitalia, che di fatto ha spostato su Fiumicino l’unico hub italiano, lasciando a Malpensa solo…
Matteo Salvini ha fatto il bello e il cattivo tempo in Lega per un anno e mezzo e tutti glielo hanno lasciato fare per mancanza di attributi, di capacità e di alternative credibili. Il partito era morto e qualsiasi opzione che non fosse l’estinzione del movimento andava bene a chiunque. E l’altro Matteo si è inventato la Lega lepenista, un azzardo politico che ha portato insperati risultati positivi sia elettorali, con numeri in crescita ed importanti, sia all’interno del Carroccio, rafforzando notevolmente la propria leadership ed invertendo l’inerzia del declino. La sbornia massmediatica, gli obiettivi un po’ confusi, la linea politica grezza e comunicata con toni perentori, la poca o nulla propensione alla mediazione hanno però velocemente portato la Lega nel cul de sac della opposizione senza alternative. Con i rischi facilmente immaginabili e materializzati come un incubo nelle ultime settimane in occasione delle trattative per le elezioni regionali di…
E’ proprio vero che in politica basta un niente per cambiare l’inerzia, anche la più scontata e favorevole, di leader e partiti, stravolgere scenari e previsioni che sembravano ormai un dato di fatto. E’ il caso di Matteo Salvini e della Lega Nord. Dopo la manifestazione di Roma del febbraio scorso, l’altro Matteo non ne ha azzeccata una, non tanto per i presunti errori da lui commessi, ma per l’incapacità a leggere, prevedere e interpretare correttamente certi fenomeni, a preparare per tempo vie di fuga da situazioni per loro natura di complicata lettura o attuazione. E qualcuno non perde tempo per ricordarglielo, come Umberto Bossi, che sarà emarginato, malato, anziano quanto si vuole, ma in tema di strategie e tattiche manovriere sembra ancora molto lucido e sul pezzo. Tutto nasce nel 2014 in occasione delle elezioni europee. L’intuito, o meglio la forza della disperazione per salvare il salvabile di un…
In due recenti convegni a Milano, uno del Pd e uno di Forza Italia, nella settimana in cui Pisapia ha comunicato la sua indisponibilità a candidarsi a sindaco nel 2016, l’unica notizia di un certo interesse è stata quella dell’eventuale candidatura di Silvio Berlusconi alla più importante poltrona della città. “Tutto è cominciato a Milano, da Milano si riparte”, così ha sentenziato l’ex cavaliere. L’eventuale candidatura è ovviamente un ballon d’essai buttato in campo probabilmente proprio da Arcore e amplificato da quei giornali che di solito si prestano al gioco dei rumors con maggiore credibilità, Il Corriere della Sera e Affariitaliani. Data la stura alla notizia, ecco il solito stuolo di grilli parlanti, di alleati più o meno interessati o preoccupati, riempire di commenti e pettegolezzi la scena. Che sia una opzione vera e propria o una semplice ipotesi per sondare il terreno poco conta oggi, non credo però che…

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