Claudio for Expo

ICH Sicav

 

Editoriale

Editoriale (429)

Nella sfibrante palude politica ed istituzionale italiana in cui tutte le iniziative e i progetti vengono sistematicamente rallentati, bloccati, ostacolati dalla lentezza decisionale, dai veti incrociati dei portatori d’interesse, dalle pastoie burocratiche, dalla inefficienza, dai giochetti e dai calcoli politici, molte volte se ne è venuti fuori con la cosiddetta “mossa del cavallo”. Un modo di dire mutuato dal gioco degli scacchi, una tecnica, o, meglio, una tattica, sempre presente nel repertorio del perfetto mestierante della politica al pari del manuale Cencelli e di altre più o meno note ricette magiche per raccogliere consensi, raggiungere convergenze, definire accordi e soprattutto vincere e portare a casa un qualsiasi risultato. Il senso figurato dello spostamento a elle del pezzo sulla scacchiera è una iniziativa abile e inattesa volta a sparigliare l’ordine degli altri pezzi in competizione e che permette di liberarsi di un impedimento, evitare un ostacolo o uscire da una situazione…
Si parla tanto di futuro, di smart cities, di sviluppo e di trasformazione nel lungo periodo delle nostre città, di nuove vocazioni produttive, di problemi contingenti e di risposte da dare. E diamo per scontato che la nostra condizione abituale sia il cambiamento e non la stasi, sinonimo di declino. Di fronte al cambiamento possiamo decidere di resistere inutilmente, di adattarci reagendo o di giocare d’anticipo in modo proattivo. E se parliamo di Milano l'argomento è di grande attualità con l'Expo in corso e con l'inaugurazione di importanti e vasti nuovi quartieri che ripensano funzioni ed attività della metropoli. Finalmente la città sembra essersi scrollata di dosso una certa pigrizia, forse è il momento buono per rilanciarla. Una occasione imperdibile, forse l’unica. D’accordo, ma su quali basi rilanciare Milano? Mi è ricapitato tra le mani un rapporto pubblicato un paio di anni fa da Cittalia-Siemens (fonte: Il Sole24Ore), un bel report ancora…
“Tutta un’altra storia – Non è vero che a Varese non accade mai nulla” non è solo il titolo dell’ultimo libro di Gianni Spartà, Macchione Editore, ma, a mio modo di vedere, è soprattutto la migliore risposta bosina al montanelliano “Varese, un deserto ben attrezzato” che per decenni ha marchiato non proprio in termini positivi la città ai piedi del Campo dei Fiori. Una città in cui solo apparentemente non accade mai nulla. Ma per raccontare…”Tutta un’altra storia” ci vuole qualcuno che la città l’abbia vissuta per tanti anni dal di dentro, raccontandola e guardandola quotidianamente da attento e curioso osservatore, da giornalista con un qualcosa in più, uno di quelli che maneggiano qualsiasi notizia in qualsiasi ambito, che intrecciano relazioni, approfondiscono retroscena e sviluppano influenza. In poche parole, scrivono le vicende della città raccontando fatti ed eventi che alla fine risultano concatenati tra di loro in un’unica storia avvincente,…
In politica i mesi, per non parlare degli anni, sembrano infinitamente più lunghi di quello che realmente sono, alcune volte delle vere e proprie ere geologiche che i leader devono gestire con sopraffina strategia e tattica cinica e pragmatica, pena l’isolamento e il declino irreversibile. Strategie, progetti e programmi vincenti in una certa fase possono perdere mordente, usurarsi velocemente al minimo cambiamento frutto di un qualsiasi evento anche apparentemente insignificante. La forte e indiscutibile affermazione del Pd di Renzi alle elezioni europee del 2014 ha di fatto chiuso l’esperienza politica del centrodestra così come siamo stati abituati a vederlo dal 1994 generando due fenomeni antitetici. Il rafforzamento da una parte della Lega del nuovo corso di Matteo Salvini sempre più posizionata a destra e sempre meno funzionale ad una vasta alleanza omnicomprensiva del variegato mondo moderato, liberale e conservatore sul modello vecchio Pdl e dall’altra parte il disfacimento rapido e…
Alla ennesima notizia del politico finito nei guai, di fronte alla ennesima candidatura del condannato o dell’inquisito, nel momento in cui veniamo a conoscenza dell’ennesimo misfatto, scopriamo sempre che il vizio italico più frequente nella classe politica ha a che fare con il “tengo famiglia”, declinato ovviamente nei più svariati e fantasiosi modi. Il noto e antico fenomeno italico del familismo amorale. Siamo alle solite, l’Italia non cambia mai, avvitata in modelli sociali e culturali primitivi e duri a morire. Un concetto per giunta ampiamente ingigantito dallo spettacolo che di solito ci viene sottoposto in queste situazioni come contorno, ossia quel teatrino trasversale fatto di colleghi di partito che esprimono solidarietà e appoggio incondizionato in nome del garantismo, di utili idioti che nei social o nella stampa suonano la grancassa gridando al complotto, di avversari “sconcertati” da tali malsane abitudini. Ma il fenomeno è generalizzato, da destra a sinistra, da…
La creazione di influenza attraverso media innovativi dalla forte connotazione owned e social ben rappresenta oggi l’esigenza prioritaria da soddisfare per comunicatori e strateghi del settore. Sempre di più non si venderà informazione, ma influenza. Con questa nuova tipologia di media si va di per sé ben oltre l’attività basilare di informazione, si fa in realtà comunicazione integrata, con ampio riferimento strategico alle relazioni pubbliche o comunque al below the line in genere. Il fine prioritario è soprattutto quello di fidelizzare e per i più svariati obiettivi. Fondamentale in questa tipologia editoriale sono le skills presenti, guarda caso, nel variegato mondo dei blog settoriali e non le troviamo di certo nell’ambito del giornalismo. Ma è proprio il campo del giornalismo tradizionale che viene invaso, conquistato senza pietà. Se dovessi inventarmi qualcosa, costruirei una operazione di relazioni pubbliche corporate, di creazione di immagine, di sviluppo di attività di influenza e lobbying…
Tanto tuonò che piovve. Chi decide di stare in perenne e permanente campagna elettorale può altrettanto molto facilmente cambiare obiettivi e strategie strada facendo, adattandosi come un camaleonte alle situazioni in divenire. Dando ovviamente per acquisita una certa innata scaltrezza nel gestire le più diverse circostanze, ma in politica è nell’ordine delle cose, altrimenti fai altro. Scommettiamo che Il risiko in casa leghista torna alle origini? Naturalmente per quanto riguarda le ambizioni del suo leader maximo, l’onnipresente Matteo Salvini. Si perché, tranne qualche eccezione, gli altri non contano nulla nella costruzione della strategia e nella formulazione delle decisioni del movimento. L’obiettivo prioritario, anche se non ancora ufficialmente ammesso, diventa di nuovo il comune di Milano. Le prime avvisaglie poche settimane fa quando Giuliano Pisapia annunciò la sua non disponibilità a candidarsi. “Pisapia si dimetta subito e andiamo a votare, perché non è possibile che dica con un anno di anticipo…
Non credo che i dati economici positivi diffusi dall’Istat in settimana e l’accordo europeo in tema di immigrazione saranno decisivi per incidere sull’inerzia della campagna elettorale per le regionali di fine mese. Anche perché, a differenza delle Europee 2014, questa scadenza è in realtà poco significativa, quasi ininfluente politicamente. Tranne la Liguria che è in bilico, e solo per le divisioni all’interno del centrosinistra, altrove i verdetti sembrano già decisi e quindi l’attenzione è a medio e lungo termine, alla madre di tutte le battaglie, le prossime elezioni politiche nel 2018 o, più probabilmente, nel 2017. I sondaggi anche oggi parlano chiaro, il Pd è stabile ben sopra il il 36%, la Lega in salute è data poco sopra il 15%, il M5S stabile intorno al 20%. Il dato importante è la debacle di Forza Italia sia nei sondaggi sia nelle recenti elezioni a Trento e Bolzano. Dimezza abbondantemente i…
Come tutti sanno, trattiamo da sempre e diffusamente su La Bissa gli argomenti della innovazione, delle nuove imprese, della ricerca per fini industriali, delle nuove vocazioni che dovrebbero meglio di altre interpretare e guidare la crescita economica e sociale del paese, e soprattutto della Lombardia che a noi sta particolarmente a cuore, per i prossimi anni. Inoltre, si comincia in questo periodo a discutere concretamente del futuro dell’area di expo come fulcro e volano per lo sviluppo dell’intera regione. E non a torto, viste le dimensioni, l’infrastrutturazione e la collocazione geografica dell’area che ha quindi anche un forte valore simbolico e di immagine. Dopo tante idee fantasiose, prendono fortunatamente corpo destinazioni d’uso pregiate e all’altezza del peso e dell’importanza di Milano, finalità che hanno a che fare con la ricerca, l’università, la crescita delle pmi. Quando si scrive di questi argomenti, tra i molteplici feedback che giungono in redazione, sempre…

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