Claudio for Expo

ICH Sicav

 

Editoriale

Editoriale (428)

Proviamo a simulare alcuni scenari credibili e probabili in previsione delle prossime elezioni amministrative del 2016 nel comune di Varese. A differenza di Milano, il sindaco uscente Attilio Fontana non si ricandiderà perché giunto al termine del secondo mandato e non per scelte di altro tipo come nel caso di Pisapia. Sempre a differenza di Milano, dove la giunta uscente ha rappresentato una eccezione in una lunga stagione dominata dal centrodestra, a Varese il centrodestra a trazione leghista domina la scena da quasi un quarto di secolo, dalle storiche elezioni vittoriose del dicembre del 1992. Una lunghissima stagione, una era politica rinnovatasi nel tempo e con successo con formule e persone differenti, da Raimondo Fassa ad Attilio Fontana passando per Aldo Fumagalli. Dal secondo dopoguerra nessuna fase politica e amministrativa è durata così a lungo, meno di vent’anni il dominio ciellino-socialista, un quindicennio scarso il regno di Mario Ossola e…
Proviamo a simulare alcuni scenari in previsione delle prossime elezioni amministrative di Milano. Una analisi fatta con l’occhio del comunicatore e non solo con il ragionamento politico. Se diamo per certa la non candidatura di Giuliano Pisapia, sindaco uscente, il centrosinistra se vuole riconfermarsi, deve mettere in campo un nome molto forte e ne ha uno solamente, ossia Giuseppe Sala. Altre opzioni, anche se assolutamente presentabili, come Emanuele Fiano o Pier Francesco Majorino, non dimostrano il medesimo impatto sull’elettorato milanese, non portano valore aggiunto. Sala metterebbe sul piatto il successo dell’Expo e un profilo facilmente declinabile in ambienti non tipicamente vicini al centrosinistra. Il centrodestra è costretto a rincorrere e a trovare un pezzo da novanta in grado innanzitutto di compattare l’intero schieramento che fu, e, in subordine, di tentare aggregazioni ulteriori al centro e a destra. Tutto quindi ruota intorno alla carta che giocherà il centrodestra per contrastare Sala.…
Un veloce blog serale direttamente dal lungolago di Lugano, lato occidentale, prima di Riva Caccia. Città che conosco come le mie tasche, forse più di Varese, un po’ meno di Milano, eppure mi sorprende sempre. Quanti cambiamenti nella sua apparente monotonia! Avrete immaginato che stia per parlare del nuovissimo LAC, Lugano Arte e Cultura, da me oggi visitato grazie ad amici compiacenti e a una buona dose di faccia tosta. Ma La Bissa consente questo e altro, di intrufolarsi ovunque. Me lo immaginavo più grande, mi ha colpito viceversa la perfetta integrazione nel contesto urbano e nel lungolago. Tutt’altra cosa rispetto all’obbrobrio che ha di fronte, il bruttissimo casinò di Campione d’Italia di Mario Botta, enorme, massiccio, con quel grigiore anonimo, tozzo e sostanzialmente  esteticamente orribile. Sembra un cementificio. Qui è invece tutto diverso. Il progetto dell’architetto Ivano Gianola mi sembra di alta qualità. Non sono uno specialista del genere,…
Settembre non è certo il mese decisivo, ma sicuramente porta consiglio. Nel senso che il tempo del pettegolezzo estivo viene definitivamente archiviato e cominciano le manovre decisive per le candidature a sindaco più importanti nei comuni insubrici che andranno al voto nel 2016. Manovre che per il momento assomigliano a meline tattiche e dove comunque impera il gioco delle parti come nella migliore tradizione della politica politicante alle nostre latitudini. Non ci si scopre, i candidati veri vengono tenuti per quanto possibile opportunamente nascosti, si spera che le castagne dal fuoco le tirino fuori gli avversari facendo la prima mossa sullo scacchiere. A sinistra a Milano il candidato vero ci sarebbe già ed ha il nome di Giuseppe Sala, salvo ripensamenti, oggi non prevedibili, di Giuliano Pisapia. Ha dalla sua il credito di immagine garantito dalla buona riuscita di Expo, conosce bene Milano, è appoggiato da Matteo Renzi, convitato di…
Tra le tante letture quotidiane, mi capita sott’occhio un bel editoriale su Alcide De Gasperi scritto da Roberto Napoletano, direttore de Il Sole 24Ore, ed in quella testata pubblicato (*). All’interno dell’articolo una emblematica citazione dello statista trentino suggerita da Paolo Pombeni, direttore dell'Istituto Storico italo-germanico di Trento, testualmente: “Lavoriamo in profondità, senza ambizioni particolaristiche, con alto senso del dovere, non curanti delle accuse di essere troppo a destra o troppo a sinistra, secondo il linguaggio convenzionale della superata topografia parlamentare. In realtà ogni partito realizzatore sta al centro, fra l'ideale e il raggiungibile, fra l'autonomia personale e l'autorità dello Stato, fra i diritti delle libertà e le esigenze della giustizia sociale”. (La parola ai democratici cristiani, «Il Popolo» 12 dicembre 1943. Ora in, A. De Gasperi, Scritti e Discorsi politici, vol. III, Bologna, Il Mulino, 2006, pagg. 652- 662. Questo documento sarà ripreso integralmente anche l'anno seguente come programma…
Mentre il Pd milanese pensa alle primarie, la vera partita per la candidatura a sindaco della metropoli padana si gioca su altri tavoli. Per la precisione nell’ufficio di Matteo Renzi. Su Milano Renzi si gioca il futuro, suo e del suo governo. Una sconfitta netta nella capitale lombarda, magari accompagnata da risultati analoghi maturati altrove, a cominciare da Varese, potrebbe costringerlo alla resa, alle dimissioni e a reinterpretarsi il proprio futuro. Un po’ come capitò a Massimo D’Alema nel 2000 dopo la sconfitta alle regionali. Il Presidente del Consiglio si difenderà in due modi. Puntando su di un candidato forte, civico-politico, qualcuno che possa fare la differenza numerica e politica, aggregare vasti spezzoni di consenso moderato, chiaramente lontano dalle parrocchiette della sinistra-sinistra e dalle camarille di partito, tutt’altro profilo quindi di un Giuliano Pisapia, ma anche di un candidato schierato come Pierfrancesco Majorino o Emanuele Fiano. Come via d’uscita, qualora…
Ricordate il comune di Morazzone e il suo giovane e combattivo sindaco leghista Matteo Luigi Bianchi? Probabilmente si, perché ricorderete la cacciata di Equitalia. Era il 2012. Ora il piccolo comune varesotto torna alla riscossa sempre sul tema della “resistenza fiscale” mettendo in mora lo Stato e nello specifico il Ministero dell'Economia. L’argomento è delicato sia per le finanze dei comuni sia per gli aspetti e le conseguenze sociali e anche politiche del fenomeno. La misura ormai è più che colma e, ai cittadini che si sentono schiacciati dal peso delle tasse sempre più onerose, si aggiunge ora la beffa per gli Enti locali. Alla base della iniziativa una stilettata politica riguardo le tasse che vengono utilizzate per pagare strutture di richiedenti asilo tecnicamente clandestini e non per gli interessi specifici della cittadinanza. Così Bianchi: "I 4400 morazzonesi pagano più di 12milioni di euro di imposte allo Stato centrale e…
L’eredità che lascerà l’estate 2015, tra feste di partito, interviste e pettegolezzi, è una certezza, il ritorno sulla scena di Roberto Maroni. Uno che sa vincere le elezioni, ma non sa governare un partito, come qualche maligno sostiene. Lasciò infatti la Lega Nord al minimo storico e con lo spettro del declino definitivo dietro l’angolo, ma nel contempo riuscì a salvare il proprio futuro politico vincendo le complicate elezioni regionali del 2013 e diventando presidente della Lombardia. Matteo Salvini, viceversa, ha ribaltato la Lega, l’ha rimessa in carreggiata e poi in ascesa verticale grazie ad una politica spregiudicata, decisa, dai forti toni demagogici e populisti. Al contrario di Maroni che ha governato la regione con prudenza, pacatezza e molta concretezza, Salvini è entrato in scena a piè pari, imponendosi anche con una forte presenza mediatica e pochi fronzoli. Era scontato che fosse una questione di mesi se non di settimane…
Un recente articolo a mia firma e pubblicato su questo giornale, “L’Insubria, la regione che non c’è” (*vedi link a fondo pagina), ha scatenato un intenso ed interessante dibattito dietro le quinte, fatto di mail e commenti, sul tema delle ragioni della riscoperta delle radici insubriche del nostro territorio in chiave attuale, di restaurazione, diciamo così, di una regione storica, ovviamente in chiave autonomista. La circostanza mi spinge a riparlarne. Una regione, quella insubrica, con un grande passato, non solo legato ai fasti del Ducato di Milano, ma anche ad una storia molto più antica che si perde nella notte dei tempi, dal periodo protostorico dei celti, da lì e da quei tempi immemori il termine Insubria, per passare attraverso la fase storica altomedievale dei Longobardi, fino al periodo del massimo splendore nel medioevo e oltre con il Ducato di Milano che è sopravvissuto fino alla fine del settecento ed…

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