Think tank (217)
di Alberto Crepaldi* In questi giorni di ferie la lettura giornaliera di diversi quotidiani, ossia l’esercizio di una attività che amo e che avrebbe dovuto rappresentare una grande goduria, è diventata invece fonte di sofferenza. Perché ho appreso di accadimenti indegni di un paese civile. Di cui sinceramente mi mortifica e, per certi aspetti, ripugna scorrere i dettagliati resoconti della cronaca e dei retroscena, che si susseguono da giorni.
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di Peppino Caldarola* Puntuale come una vecchia cambiale è arrivato il sondaggio (Mentana ieri sera) che dà il Pd nuovamente in caduta, Berlusconi in ascesa e Grillo in ripresa. Non è lo scontro interno a indebolire l’immagine del partito ma il tipo di scontro. Quando si contrapposero Bersani e Renzi i cittadini capirono e considerarono il Pd un partito vivo e contendibile. Oggi questa immagine si è sbiadita.
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di Peppino Caldarola* Provo a mettermi dalla parte di uno di centro-destra (mettersi nei panni dell’altro, soprattutto se avversario, aiuta a capire) e ne vedo le ansie di questi giorni. Il leader indiscusso rischia di essere fatto fuori dalla politica attiva, tutti i progetti sono falliti, sia quelli politici, ad esempio la riorganizzazione della destra, sia quelli di governo, mai vi è stata traccia di riforme liberali nelle lunghe stagioni degli esecutivi con Bossi.
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Dal Pd: quelli che vogliono Letta
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di Peppino Caldarola* Il fronte anti-Renzi non ha un candidato che abbia la stessa forza di immagine del sindaco. Vedremo quanto vale, nei consensi, Pippo Civati che sicuramente può attirare parte del voto più radicale. E vedremo se Gianni Cuperlo e/o Fassina riusciranno a rimettere assieme il popolo ex comunista disperso. Resta il fatto che contro Renzi manca il calibro da novanta.
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di Cristiano Bosco* C'è un governatore del Nord che, nelle scorse settimane, si è distinto per aver espresso il suo assenso all'eventualità di trattenere più risorse sul territorio, per aver accolto con favore il progetto di "Macroregione", e per aver presenziato a una trasmissione di una seguita rete regionale - udite, udite - parlata interamente in dialetto locale.
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Province. Via tutte
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di Giuseppe Adamoli* Vi ricordate i fiumi d’inchiostro sull’inutilità delle Province? Ebbene, la notizia che ieri la Corte costituzionale ha cassato quella riforma è finita in secondo piano.
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di Alberto Crepaldi* Il declino ed il degrado dell’Italia sono evidenti, così come l’inutile galleggiamento della politica. Eppure, a parte qualche strillo insulso di Grillo, tutto tace e perfino la rabbia diffusa pare cristallizzata.
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di Claudio Marenzi* Ringrazio chi ha promosso questo mio nuovo incarico di Presidente SMI, tutto sommato inaspettato, sicuramente non cercato, per uno come me costantemente dedicato all'azienda. Le mie linee guida del programma per il biennio sono: territorio, qualità, competitività ed internazionalizzazione. Orgogliosi della nostra unicità di eccellenza multicentrica, dobbiamo riconquistare i consumatori attraverso un’italianità non provinciale, bensì da cittadini del mondo. Un’eccellenza, patrimonio d'Europa, che non deve dissolversi per incapacità a fare sistema. Inoltre, considerando fondamentale il contributo delle parti sociali, apriremo un dialogo senza pregiudiziali per individuare nuove strategie rivolte al mercato.
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Le colpe di Renzi e di D'Alema
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di Peppino Caldarola* Mi dispiace scriverlo ma i miei compagni dell’ex Ds sono finiti in trappola. Se Renzi rinuncia alla segreteria del partito saranno additati come i “conservatori” che hanno bloccato l’ “innovatore”. Se Renzi resta in campo e vince, di poco o di molto, dovranno fare i conti con un segretario che cercherà di sbaragliarli.
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