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Il Grotto

Il Grotto (82)

di Paola Montonati Ormai ci siamo, fra pochissimi giorni il freddo dell’inverno, un po’ in ritardo sul calendario arriverà, e cosa fare in qualche pomeriggio di festa, se non “pasticciare” un po’ nella cucina, col calduccio del forno e qualche bambino incuriosito da questo insolito trafficare. Si, è proprio ora di preparare qualche biscotto speciale, qualche tradizionale dolce, forse non tanto per il risultato, ma per fare godere di questi momenti così piacevoli che solo certe atmosfere sanno regalare. E allora proviamo queste facili e semplici ricette che la tradizione lomellina ci ha insegnato.
Tra feste di Halloween più o meno contaminate o artefatte, tra riti laici dal sapore schiettamente commerciale, riscopriamo invece la nostra storia e la nostra tradizione plurimillenaria. “L’è el dì di mort, alegher!” recita il titolo della celebre lirica di Delio Tessa. Il 2 novembre infatti ricordiamo i defunti, magari non dimenticandoci di assaggiare il “pan dè mort” che è appunto il dolce tipico di questi giorni. La tradizione vuole che venga preparato la notte tra il 1 e il 2 novembre. La mattina i fornai, trovando il pane bucherellato dalle dita dei morti che invano cercano di afferrarlo, mettono l’uva passa per coprire questo….tentativo di furto dall’oltretomba.
Lo chiamiamo, non a caso, Oro delle Prealpi. Ci riferiamo ad un prodotto gastronomico lombardo tipico del Varesotto, il miele, nutrimento chiave di una sana alimentazione. Il miele di Varese nasce dal rispetto di autentiche norme di qualità quali: assoluta genuinità, freschezza, percentuale di umidità a valori minimi per evitare la degradazione del prodotto, cristallizzazione fine ed uniforme, confezioni di solo vetro, rispondenza all'analisi organolettica. Alimento naturale, ricco di sali minerali e vitamine, il miele è prodotto dalle api, che rielaborano il nettare raccolto dai fiori o dalla melata di gran parte delle piante. Il nettare viene in seguito deposto nei favi dell'alveare, dove prosegue il processo di elaborazione e di evaporazione dell'acqua. Il miele prodotto viene, poi, estratto dalle celle poste sui mielari, mediante disopercolazione (apertura del tappo di cera) delle cellette e centrifugazione a freddo. Viene filtrato e lasciato maturare nei maturatori per purificarlo. 
Pochi forse sanno che anche Vigevano e i suoi dintorni sono in qualche modo legati a quella porzione di mondo che sembra non trovare mai il suo equilibrio: la Palestina. Narra la storia che intorno alla metà del quattrocento una comunità ebraica errante ottenne da Ludovico il Moro il permesso e le terre dove insediarsi ed allevare le oche, cibo quasi quotidiano per la conformità delle sue carni ai dettami delle ristrettive regole alimentari che ancor oggi governano le scelte degli ebrei più osservanti. Chiesto quindi ed ottenuto quanto, si stabilirono nei pressi di Mortara e l’oca entrò a far parte delle tradizioni alimentari della Lomellina, anche perché a quanto pare piacque parecchio agli indigeni che intrapresero a loro volta l’allevamento della stessa. Così il salame che gli ebrei producevano attenendosi negli ingredienti a quanto stabilito dalla loro religione, nelle mani dei lomellini si trasforma in un salume che prevede…
Oltre un ristorante italiano su quattro, a cui il Gambero Rosso ha assegnato le sue “Tre Forchette”, si trova in Lombardia, come circa metà delle trattorie da “Tre Gamberi”. Sono i numeri forniti dal Gambero Rosso in occasione della presentazione, alla Osteria del Treno da Tre Gamberi, della guida Milano 2015, dedicata all'Expo sul tema dell'alimentazione. Per la prima volta vanno Tre Gamberi anche alla trattoria “Un posto a Milano” con il cuoco Nicola Cavallaro. Nella classifica dei ristoranti Tre Forchette ci sono gli stessi indirizzi della guida precedente, da Ilario Vinciguerra Restaurant di Gallarate (VA) al milanese Trussardi alla Scala, con ai fornelli Luigi Taglienti. Tra le migliori “Due Forchette” anche il locale dello chef stellato, Carlo Cracco. 
Alcuni crotti sono aperti al pubblico e sono diventati ristoranti dove viene offerta una cucina genuina e ricca di tradizione in un ambiente tipico a cui non manca un tocco di raffinatezza. Cantine naturali formatesi sotto i massi di antiche frane da cui spira il "sorel", una corrente d´aria a temperatura costante, fresca d´estate e tiepida d´inverno, che rende l´ambiente ideale per la maturazione del vino e la stagionatura di salumi ed insaccati. In Valchiavenna, quasi ogni comune ha una sua zona dove i crotti formano degli insiemi edilizi ed urbanistici assai suggestivi, incastonati fra le rocce, addossati gli uni agli altri. Cosa sono i Crotti? Tra gli spiragli di tali massi soffia il "sorel", una corrente d´aria a temperatura costante intorno agli 8°C, quindi tiepida d´inverno e fresca d´estate. Questa corrente d´aria è l´elemento da cui deriva la peculiarità del crotto, rendendolo infatti ambiente ideale sia per la maturazione…
La coltivazione delle pesche nelle zone pedemontane lombarde ed in particolare nella zona dei laghi varesini ha origini molto antiche, si hanno notizie della sua presenza già nel rinascimento e più tardi comparivano, molto apprezzate, sulle tavole degli Estensi. Grazie al microclima favorevole, questi deliziosi frutti della terra sono stati coltivati diffusamente fino al 1950 circa, quando la coltivazione ha iniziato il suo declino, complice lo sviluppo demografico e l’urbanizzazione che ha sottratto terreni alle coltivazioni. Attualmente la coltivazione è ancora attiva in particolar modo nell’area circostante il lago di Monate, ove si concentra il 35% della superficie investita a pescheto rilevata nell’intera provincia di Varese.
Non si tratta di dolci, ma di un tipo di pasta ripiena tipico della provincia di Piacenza. Sono le caramelle piacentine. Tradizionalmente sono considerate un piatto di magro, perché privi di carne, cosicché la Chiesa cattolica permetteva di consumarle spesso, non solo nei venerdì di Quaresima. Ricordiamo, infatti, che nel Medioevo i giorni di magro previsti dalla Chiesa erano ben quattro alla settimana, più tutte le vigilie delle festività religiose. Questi tortelli, benché siano frequentemente confezionati con due caratteristiche "code" (“turtèj cun la cua” ), che conferiscono loro la distintiva "forma a caramella", sono anche preparati in forma rettangolare. Si prepara la pasta all'uovo e subito dopo il ripieno di ricotta e spinaci. Successivamente bisogna tirare la sfoglia, modellare le caramelle e farle seccare su una spianatoia. Infine, si cuociono in acqua bollente.  La tradizione delle paste ripiene dell'Italia settentrionale risale al Medioevo.
  di Stefano Corrada* Formaggio dalla storia millenaria, con una origine incerta. La leggenda narra che il gorgonzola sarebbe, infatti, nato da un casaro distratto ed innamorato, che ha unito la cagliata della sera con quella della mattina. Nelle fessure d'aria tra le due cagliate sarebbero cresciute, con la maturazione, le famose muffe nobili, caratteristiche del dolce e piccante cacio. Anche il luogo di nascita non è noto. Con tutta probabilità è un sito delle prealpi orobiche, dove era genericamente definito “stracchino”. Solo in seguito avrebbe preso il nome di Gorgonzola, dalla cittadina omonima nei pressi di Milano, che, già nel X secolo, era un importante centro di raduno di mandrie bovine e di commercio del formaggio. 

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