L’associazione Frontalieri Ticino, come già preannunciato più volte, ha deciso di scendere in piazza, o meglio per le vie di Ponte Tresa (VA), con sosta in dogana. Alla fine della manifestazione, questa volta denominata FrontierDay, si terrà l’assemblea con politici, sindaci dei comuni di frontiera, sindacati. Appuntamento quindi per il prossimo sabato 2 aprile 2016 alle ore 14 (vedi locandina pubblicata), quindi esattamente due mesi dopo il partecipatissimo Frontaday di fine gennaio. L'occasione per fare il punto della situazione, per tastare il polso della protesta e valutare le risposte di politica ed istituzioni. Intanto il fronte politico ribolle, tra propaganda, tanta, e fatti, pochi. La notizia di giornata è la dichiarazione dell’assessore regionale Francesca Brianza in merito alla sparata, è proprio il caso di definirla così, del segretario regionale del Pd e capogruppo in consiglio regionale Alessandro Alfieri. “È assurdo che il capogruppo del Pd lombardo Alfieri chieda alla Regione di applicare una moratoria nei pagamenti del Servizio Sanitario Nazionale da parte dei frontalieri sapendo benissimo che si tratta di una normativa statale. Si vorrebbe che, in questo modo, Regione Lombardia intervenisse per non far applicare alle ASL - ATS una legge dello Stato profilando quindi un reato erariale!”. Così la Brianza a margine dell'audizione congiunta Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione Svizzera e Commissione Sanità tenutasi ieri al Pirellone. E prosegue: “Su questa materia - precisa l'assessore- Alfieri ignora che esiste un decreto ministeriale del 1986, una legge del 2000 ed una serie di circolari e che Regione Lombardia ha più volte sollecitato il Governo per avere chiarezza ( il Presidente Maroni ha inviato una lettera ai ministri competenti non più tardi del 9 febbraio ) ma, ad oggi, tutto tace. Il Pd lombardo – incalza l'assessore Brianza - evidentemente è in piena campagna elettorale e cerca, con uscite strumentali, di giocare allo scarica barile. Chieda piuttosto a Renzi di correggere questa legge equivoca ed ingiusta che penalizza i nostri lavoratori frontalieri”. E in conclusione, la stoccata politica, “questa è' l'ennesima dimostrazione che il Pd lombardo capitanato da Alfieri rappresenta lo scendiletto del Governo centrale ed è totalmente irrilevante rispetto alle scelte che possono tutelare veramente i cittadini lombardi”. Ma la cronaca politica non finisce qui, sul carro mediatico dei frontalieri stanno salendo un po’ tutti, specialmente quelli che saranno in pista alle prossime elezioni amministrative. Non si capisce bene a che titolo e con quali possiilità di successo i candidati nei comuni, anche rilevanti come Varese, possano incidere sulla questione. Fatta salva la buona volontà e la gran cassa mediatica, oggi più che mai importante per tenere alta e desta l’attenzione. La partita la si gioca come noto tra Regione Lombardia e Governo, sul tavolo del merito della questione e non sulla propaganda, occorre ricordarlo sempre. Fa bene, e gliene diamo atto, Francesca Brianza a prendere a cuore, finalmente dopo anni di silenzi leghisti, il problema e a tenere sul pezzo Maroni, ma ricordiamo, in punta di fioretto, che solo martedi di questa settimana ha incontrato in pompa magna al Pirellone Norman Gobbi, sperticandosi in dichiarazioni ottimistiche ed entusiastiche sulle identità di vedute tra Ticino e Lombardia. Qualche conto però non torna. Norman Gobbi non è tradizionalmente come tutti sanno un alleato dei frontalieri, anzi, e dall’accordo italo-svizzero, così come lo immaginiamo, ha solo da guadagnarci, come il Governo italiano. Una tenaglia letale per i lavoratori frontalieri. La Regione quindi, da che parte sta? Non vorrei che questa sinergia o convergenza che dir si voglia non sia tra le istituzioni, ma tra le due Leghe, Nord e Ticinesi. Meglio chiarirlo e stare in campana, le sirene della propaganda e della campagna elettorale stanno cantando un po’ troppo e ai frontalieri non fanno bene.