Claudio for Expo

ICH Sicav

 

Sanità lombarda e politica: ripartire da zero

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In passato c’era qualcuno che nascondeva i soldi delle tangenti nel divano del salotto, oggi qualcun altro li nasconde nel freezer o in soffitta. Il minimo comune denominatore è però lo stesso, non cambia nulla sotto il sole, il sistema è marcio, per tanti è ritenuto addirittura irriformabile, in balia di cricche e potentati che prosperano all’ombra della politica a sua volta legata a stretto filo per sopravvivere a questi ambienti e a queste pratiche illecite. La sanità è il terreno di caccia preferito, per dimensioni del settore e per facilità di infiltrazione. Nulla è cambiato dai tempi della prima repubblica o dall’era formigoniana, forse la situazione è anche peggiorata per pervasività e dimensione del fenomeno. Irrita il cittadino comune non solo la trafila infinita di ruberie a danno della cosa pubblica, ma anche il totale disprezzo nei confronti della salute delle persone. E basta ascoltare le schifose intercettazioni telefoniche a proposito dell’Ospedale Buzzi di Milano in cui le parti della cricca fanno esplicito riferimento alla scarsa qualità del materiale rifilato “dimenticandosi” che tali pessime forniture sono a scapito della salute di bambini e altri pazienti.

Ma è la bassezza e lo squallore del contesto politico la parte umanamente più degradante di questa vicenda. Una volta, si diceva, si rubava per il partito, per mantenere il carrozzone ed esisteva un minimo di solidarietà tra le parti coinvolte. Oggi non è così. Di Fabio Rizzi sembra ora che nessuno ne conoscesse addirittura l’esistenza, a partire da Maroni che ne ha preso le distanze, non tanto e non solo dal reato commesso, ma proprio dalla persona. Avrebbe senso se effettivamente la frequentazione fosse stata sporadica e casuale, ma non era così. Rizzi era l’uomo di fiducia, il braccio destro, fu usato sempre come un soldato. Ora la sua carriera politica d’incanto non ha più padri e sodali. Eppure in passato di Rizzi si parlava addirittura come un futuro probabile assessore alla Sanità, ma in Lega e non solo lì, si diceva che non lo sarebbe mai diventato …proprio perché giravano strane voci. Ciò nonostante la riforma della sanità lombarda l’ha fatta Rizzi, Maroni gli ha dato una responsabilità non da poco e nessuno crede ovviamente che sia stata data a cuor leggero. Per non parlare dell’aspetto inerente il merito. Chi è Rizzi? Nessuno, un medichino di provincia senza medaglie al petto se non la fedeltà e l’appartenenza partitica. Nessuno quindi si stupisce di tutto il resto e delle conseguenze. Per non parlare del sottobosco di faccendieri e trafficoni che hanno mediato sistematicamente corruzione per agevolare gli affari delle parti, anche qui soggetti di una bassezza professionale e morale senza precedenti, in alcuni casi chiamati pure imprenditori, ma gli imprenditori sono un’altra cosa. Ed anche qui, parlando con leghisti d’alto bordo si sfiora la comicità. Nessuno conosce nessuno, chiedi a chi è stato garante di una nomina e ti risponde che di tali soggetti non ne ha mai sentito parlare. E parlo di qualsiasi nomina. Non esiste il merito, ma solo lo spirito di servizio alla causa, chiamiamolo così, unito molte volte alla componente ricattabilità.

L’aspetto grottesco della storiaccia di questi giorni è la motivazione stessa della riforma maroniana. Lo ricordate? Fare della sanità lombarda una eccellenza ed evitare i tanti scandali dell’era Formigoni. E solo dopo pochi mesi Rizzi è finito in carcere e di eccellenza si parla sempre meno. Chi ha avuto a che fare con la sanità regionale sa benissimo che, a fronte di personale quasi sempre eccellente e di assoluta dedizione nonché spessore umano, si vede e si tocca con mano disorganizzazione, sprechi, materiali di scarsa qualità e insufficiente, attese bibliche, burocrazia. D’accordo, ora per lo scandalo in questione leggiamo solo i testi dell’accusa, questa gente si difenderà e vedremo come, ma di rado in passato si è letto negli atti una mole di schifezze di questo genere a danno delle tasche e della salute del cittadino. Altro che riforma, qui ci vuole una rivoluzione sia nella sanità sia nella politica e ripartire da zero. Combattere definitivamente le ragioni e il terreno di coltura della corruzione, mettere il sistema in grado di erogare al massimo i servizi. Perchè non si dica “quando c’era Formigoni i treni arrivavano in orario…” ed allontanare definitivamente il cittadino dallo Stato.

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