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“Il carro del progresso”: luci ed ombre del quarantennio che cambiò Varese

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di Carla Tocchetti

Un ottimo lavoro di analisi documentale unito ad una notevole capacità descrittiva ha prodotto un libro che è diventato irrinunciabile punto di riferimento per storici ed appassionati di storia varesina. Si tratta del volume “Il carro del progresso” di Ivana Pederzani, uscito per i tipi delle edizioni universitarie Unicopli. Ivana Pederzani, varesina, docente e ricercatrice in Storia Moderna all’Università Cattolica di Milano, ha concentrato il focus delle sue ricerche sulle situazioni politico-amministrative ed ecclesiastiche dell’età Moderna. In questo volume scandaglia il tema della spesa pubblica, dei rapporti fra politica e società a Varese in età liberale (1859-1898), analizzando un quarantennio cruciale per le sorti della città di Varese.

Da grosso borgo dell’ex-ducato di Milano, Varese fu proclamata città nel 1816 e città regia nel 1857, inserita nella provincia di Como (e “città garibaldina” con l’arrivo dei garibaldini a Varese nel Maggio 1859); all’epoca l’identità di Varese si giocava lungo almeno due direttrici fondamentali, prima fra tutti la sua fisionomia territoriale che condizionava anche quella economica tanto che si parlava di “nuzial congiunzione”, benefico intreccio tra campi e opifici, poi l’affermarsi di un ceto di ricchi borghesi legati all’industria e al commercio e alle professioni liberali, che contrastavano la presenza di nobili possidenti. Attraverso l’analisi dell’operato dei vari sindaci e politici che amministrarono la città, a partire da Carlo Carcano e Francesco Magatti, si può capire la “vision” in relazione alle scelte relative a settori essenziali della vita individuale e collettiva di una realtà immersa nei cambiamenti di aspetti sostanziali della società. Trasporti, collegamenti, opere pubbliche, educazione e scuole, il libro ricostruisce con precisione attraverso documenti decisionali e di spesa e catastali, quanto modernista o tradizionalista fu di volta in volta l’approccio degli amministratori varesine alle problematiche connesse allo sviluppo della società. Nella seconda metà dell’ottocento, e più precisamente negli anni finali del secolo, la storia di Varese si intreccia con l’avvio del processo di industrializzazione, che nei successivi anni Venti la porterà ad affermarsi come nuova provincia partecipando intensamente alla “grande trasformazione”, collocandosi ai vertici di una ideale graduatoria delle aree a più intenso sviluppo dell’epoca. Il felicissimo titolo “Il carro del progresso” fa riferimento, come dice l’Autrice, a quel “periodo di particolare interesse nella storia della città in quanto vi si ritrovano, con un certo anticipo rispetto ad altre realtà locali, i primi segni di un passaggio verso la modernità di cui gli stessi contemporanei aveva coscienza”. La definizione apparve per la prima volta nell’ “Indicatore Varesino” organo di stampa democratico varesino, nel 1876, e fu richiamata successivamente da un articolo in memoriam di Francesco Magatti pubblicato nel 1900 su La Cronaca Prealpina. La ricerca della prof. Pederzani è stata condotta sugli Archivi di Stato di Milano, Como e Varese, su Fondo Catasto, sul Fondo dell’Ospedale di Circolo, e sui Verbali della Congregazione di Carità, oltre che sulle carte Giulio Adamoli, un fondo costituito presso la Biblioteca privata del prof. Armocida.

Ivana Pederzani, “Il carro del progresso. Spesa pubblica, politica e società a Varese in età liberale (1859-1898), pp. 400, edizione brossurata, Collana Testi e Studi 224, Unicopli 2009. Euro 20,00

 

 

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