Claudio for Expo

ICH Sicav

 

Editoriale

Editoriale (428)

La grande adunata leghista di Bologna non è stata di sicuro l’evento epocale che qualcuno sognava, ma la reiterazione dei soliti riti della politica spettacolo in salsa italiana. Ma in questi giorni non si doveva bloccare l’Italia? Non si doveva presentare il conto a Renzi e spedirlo a casa? Niente di tutto questo e solo gli ingenui potevano immaginarlo. E’ andata in scena solamente la consacrazione del nuovo leader del centrodestra, così almeno nelle intenzioni. Dopo averne parlato tanto soprattutto sui media e nei salotti, mancava appunto la piazza per coronare l'ascesa salviniana. Ma più che di centro destra, è meglio parlare di destra perché c’era solo la Lega, oggi appunto posizionata da quelle parti, insieme con la Meloni e un Berlusconi francamente grottesco, pallida controfigura del leader del tempo che fu, costretto dagli eventi al ruolo di comparsa che rincorre i nuovi leader. Un’occasione persa la sortita bolognese, non uno smacco,…
E’ ormai chiaro a tutti, politica compresa, che una delle leve principali per la ripresa solida e duratura dell’economia lombarda passi per la riscoperta, la rivalutazione, il rilancio della cultura di impresa ai vari livelli della società. Che non si fa solo nelle aule universitarie, nelle aziende, nelle associazioni, ma anche, o soprattutto, con progetti ed iniziative innovative di grande impatto. Ed è altrettanto chiaro ai decision makers e alla classe dirigente lombarda che per innescare un volano virtuoso in tal senso sia prezioso non sprecare le opportunità che la regione e Milano hanno oggi a disposizione. Un tessuto pregiato di aziende, università, servizi alle imprese, terzo settore e quant’altro concorre a porre le basi per generare sviluppo e quindi benessere. L’Expo è stata la vetrina di Milano, una battaglia trasversale che ha coinvolto tutti i settori della città e della regione nel perseguimento di un obiettivo comune. Al netto…
Si avvicina l’8 novembre, il giorno della manifestazione in piazza a Bologna voluta da Matteo Salvini. Ma non è una vigilia serena quella che sta vivendo il leader leghista. Nella Lega volano gli stracci e le improbabili difese in un processo di chi resse il partito in passato si stanno trasformando in rese dei conti e vendette condite da gelosie ed invidie. Con le immaginabili conseguenze del caso a livello mediatico ed elettorale anche sulla attuale dirigenza. Una mina da disinnescare al più presto, un passato poco edificante da chiudere il più in fretta possibile, una macchina del fango da fermare perchè, come tradizione insegna, il meccanismo, se ben orchestrato, lascia sempre qualche perdita sul campo, al di là delle ragioni di chi è oggetto degli attacchi. E’ sempre più comprensibile quindi la svolta nazionale salviniana, forse l’unica cesura possibile con la vecchia Lega che alla fine rischierà di essere…
Il laboratorio politico milanese e lombardo è in pieno fermento, a sinistra, o meglio, al centro. Come volevasi dimostrare per l’ennesima volta, verrebbe da aggiungere. Chiuso l’Expo, si apre la madre di tutte le battaglie per ridefinire gli equilibri nel potere milanese all’ombra della politica. E di riflesso anche laddove si vota in Lombardia, come a Varese. Chiaro l’obiettivo renziano, ossia il partito della nazione, altrettanto chiaro lo strumento o il passaggio per raggiungerlo, ossia Milano e nel suo piccolo anche Varese, culla della Lega. Ma i progetti in politica funzionano se ci sono uomini e simboli per concretizzarli e rappresentarli al meglio nell’immaginario collettivo. Nella testa del premier sono molto più presenti i concetti del marketing politico, del posizionamento comunicazionale e meno le tattiche della politica politicante. Prima o poi, al più tardi nel 2018, si tornerà al voto in Italia e il Pd non potrà più giocarsi carte…
Il ruolino di marcia del centrodestra verso le elezioni a Milano e a Varese segue ormai da tempo un percorso accidentato tra ipotetici candidati sindaco e alleanze complicate da chiudere. E nemmeno il sussulto dei candidati del centrosinistra ormai dati per sicuri o quasi come Daniele Marantelli e Giuseppe Sala ha provocato conseguenze degne di nota. Si naviga a vista, non per prudenza, che sarebbe pur sempre comprensibile, ma perché immersi nella nebbia più fitta. E intanto il tempo passa inesorabilmente. Il nodo in primis sono le alleanze, non scioglierlo, significa tenere bloccata la partita sui candidati sindaco. E il capitolo alleanze riguarda ormai solo la domanda: la Lega e quel che resta dei berlusconiani ortodossi imbarcheranno il centro? Quel segmento composto da una galassia di soggetti, dal Ncd, in realtà i ciellini, ai verdiniani, sempre più numerosi, alle tante altre realtà moderate in sonno, ma pronte ad attivarsi nel caso…
Da una parte gli struzzi che nascondono la testa sotto la sabbia, un po’ tutti, politica ed istituzioni, dall’altra le parti interessate che si stanno organizzando, ossia i frontalieri. Basta leggere i social, parlare con i sindacalisti o girare per i luoghi di lavoro o di svago abitualmente frequentati da questa categoria di lavoratori per capire che qualcosa bolle in pentola. Per lo meno nelle intenzioni, ma è sempre un punto di partenza. Non c’è infatti settimana in cui questa gente non debba affrontare situazioni ai limiti del tollerabile, tra disinteresse dei più e boicottaggio. Non ci vuole quindi un luminare per prevedere che oltre 60.000 italiani che quotidianamente si recano in Ticino prima o poi si organizzino più o meno spontaneamente. Cominciò Roberto Maroni tempo fa, invitò i frontalieri a scioperare di fronte all’ennesimo provvedimento ticinese non certo amichevole nei confronti dei lombardi, una mossa allora dettata dalla stizza…
Irrita non poco il pedaggio sul moncherino di tangenziale varesina, ma non per il fatto di mettere mano al portafoglio, è così, piaccia o no, per le opere costruite in project financing o con simili strumenti, soprattutto per mantenerle in efficienza nel tempo. Sulla Gazzada-Vedano oggi come oggi stanno circolando 24-25mila utenti (espressi in “veicoli teorici giornalieri medi”), contro i 35mila previsti dal piano economico finanziario. Con l’imminente pedaggiamento gli utenti è facile prevederli in calo perché tanti opteranno per la provinciale quasi complanare e che in termini di tempo fa perdere meno di cinque minuti rispetto all’autostrada. Alla fine gli automobilisti che la percorreranno saranno forse la metà di quelli previsti. Quindi? Come rendere oggi sostenibile l’investimento e renderlo remunerativo in futuro? Chi lo sa. Intanto assistiamo all’ennesima opera farlocca, sicuramente utile, ma progettata e costruita nel modo sbagliato, proprio perché è un investimento a perdere. Ma il problema…
Il sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato su Il Corriere della Sera pochi giorni fa ha il sapore della scoperta dell’acqua calda, una scontata conferma di quanto tutti sanno o immaginano per l’immediato futuro politico di Milano. Per Giuseppe Sala sembra chiudersi una porta, quella dell’Expo, ed aprirsi un portone, quello di palazzo Marino. Il manager ha dato prova in questi anni di solida competenza, di saper lavorare, e tanto, e soprattutto di saper manovrare con successo in ambienti non certo facili e in parte ostili tra politica ed istituzioni. Non da ultimo è riuscito abilmente a schivare schizzi di fango e di letame arrivati un po’ da tutte le parti, ma soprattutto dall’interno della macchina organizzativa della manifestazione internazionale con i soliti ed immancabili scandali e scandaletti. Critiche, distinguo, sospetti e ciarpame vario seppellito dall’indubbio successo di Expo, finito in un crescendo di interesse addirittura trasversale. Lo stesso Matteo Salvini,…
Aree industriali dismesse, altre aree da riconvertire e rilanciare pensando al futuro. Ma quante poche idee circolano tra gli addetti ai lavori, o per essere più chiari, tra gli amministratori locali. Circolano meno idee che soldi. In attesa di conoscere il destino vero e concreto delle aree oggi occupate da Expo, un dossier che terrà impegnati tutti chissà per quanto, sono centinaia gli altri casi più o meno importanti che ai quattro angoli della Lombardia da anni, in alcuni casi da decenni, impegnano in discussioni infinite privati e politica, enti locali e quant’altri interessati. Con il rischio non solo di subire le conseguenze del degrado di questi immobili per quanto riguarda estetica, sicurezza, agibilità, ma di vedere soprattutto sciupate occasioni d’oro per rilanciare quartieri e città. Chiunque di noi ha sicuramente in mente nel proprio comune questa o quella area dimessa trasformata in condomini o centri commerciali. Ovviamente non è…

Claudio for Expo

ICH Sicav

 

 

 

 

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.

Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Per saperne di piu'

Approvo

Scrivi alla Redazione

Puoi scriverci al seguente indirizzo:

[email protected]

 

 

 

Seguici anche su:

Realizzato da: Cmc Informatica e Comunicandoti