I Promessi Sposi “voltaa in dialètt de Lecch”

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Perché non tradurre I Promessi Sposi nella lingua in cui Manzoni pensava? Essere accomunati dalla stessa Lèngua Màder costituisce un'occasione d'oro per chi condivide la medesima passione con un mostro sacro come Alessandro Manzoni, ecco allora che, in questi ultimissimi anni, lo scrittore e storico Gianfranco Scotti (nella foto) - conterraneo del celeberrimo autore di uno dei romanzi più famosi al mondo - li ha riscritti in dialetto lecchese della Lingua Lombarda. “Per questa mia opera di 'restituzione' de “I Promessi Sposi” al dialetto lecchese, ho impiegato circa 5 mesi nella prima stesura - dichiara il prof. Scotti - avendo eseguito un'approfondita ricerca linguistica recuperando termini e forme antiche, che oggi non si usano più”.

Tutto questo ha portato ad una serie ricchissima di circa 1250 note a piè di pagina, con traduzioni, spiegazioni ed etimologie.

Nato a Cuggiono (MI) nel 1941 da genitori milanesi, Gianfranco Scotti vive a Lecco. Grande esponente della Cultura lombarda, egli ama recitare in pubblico le poesie in lèngua di Carlo Porta, Tommaso Grossi, Delio Tessa e Giovanni Barrella. Inoltre, è reduce da ben trent'anni di Capo Delegazione per Lecco del FAI - Fondo Ambiente Italiano.

Pubblicati dall'editore Cattaneo, I Promessi Sposi “voltaa in dialètt de Lecch”, come ama ripetere Scotti, sono accompagnati da un CD con le letture di alcuni brani, per la voce dello stesso traduttore.

A chi non conosce il dialetto, l'editore brianzolo Paolo Cattaneo consiglia di leggere prima il brano originale e subito dopo quello tradotto “così, oltre a comprendere, vi accorgerete quanto i personaggi, soprattutto, diventino più naturali e spontanei esprimendosi nella loro lingua lombarda, piuttosto che in un italiano in realtà a loro estraneo”.

Gianfranco Scotti recita l'incipit de 'I Promessi Sposi' in dialetto lecchese:
https://www.youtube.com/watch?v=oBjA4xLg6GA

(Ermanno Niada)

Fonte: Resegone Online

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