Nel 1965 Pietro Somaini, Sindaco di Ponte Tresa, scrisse in un articolo pieno di fervore patrio che Ponte Tresa era «la sirenetta del Ceresio» . Lo scultore Adriano Bozzolo nel 1987 di sirenette ne scolpì due, ponendole sulla riva italiana del Ceresio, vicino al ponte della Tresa. Molti si chiedono: «Quando è nata Ponte Tresa e il suo lago?». Lo storico franco - merovingio Gregorio di Tours (538-594 d.C.), descrivendo nella Storia dei Franchi uno scontro tra truppe franche e longobarde sulle rive del fiume Tresa, scrisse che la Tresa è «un piccolo ma profondo fiume», che esce da uno «stagno», che chiamano Ceresio. Sembrerebbe che, per Gregorio di Tours, fosse più importante il fiume che il lago, non solo sotto l’aspetto strategico militare.

Partendo dal nome di «stagno», dato da questo storico al Ceresio, i geologi si chiedono da tempo perché l’abbia chiamato «stagnus» e non «lacus», e perché nella cosiddetta Tabula di Peutinger, una carta stradale dell’impero romano redatta alcuni secoli prima, probabilmente al tempo dell’imperatore Augusto, non siano citati né il Ceresio, né la Tresa. Le ipotesi dei geologi partono dall’idea che il territorio del Ticino e della Lombardia, che hanno una storia geologica comune, siano stati modellati – per così dire – nella forma attuale in successive ere o epoche geologiche, nell’ultima delle quali, un’era glaciale verificatasi circa 10.000 anni fa, si riversarono nell’imbuto del Ticino e nella piana lombarda grandi masse di acqua ghiacciata provenienti dal Nord. Il lago Ceresio e il fiume Tresa che, dopo un percorso di Km 11,5, porta le acque del Ceresio nel lago Verbano o Maggiore, furono il punto di arrivo di questa massa di acque in movimento. È anche probabile che il Ceresio si sia formato per il contributo, a rovescio, del fiume Tresa, che avrebbe riversato nel Ceresio le acque dei suoi affluenti Tarca e Dovrana e del lago Verbano, che a sua volta si è formato con il travaso di altre acque, ugualmente provenienti da altri ghiacciai del Nord.

Benché negata dal dr. Luigi Lavizzari per la maggiore altitudine del Ceresio (m. 271/287 sul livello del mare) rispetto al lago Maggiore (m. 197/207 sul livello del mare) , l’ipotesi non è da scartare completamente, perché tale riversamento potrebbe essere avvenuto in epoche preistoriche anteriori a quelle che hanno portato all’attuale assetto dei laghi su citati e delle regioni circostanti.

In quanto alla piccola profondità del lago Ceresio all’altezza dello stretto o gola di Lavena, potrebbe essere dovuta alla colmatura del fondo del lago con materiale morenico o sabbioso franato dal versante lombardo, probabilmente dalle collinette di Redondo e di Noriano–Sorbazzo, esistenti tra Lavena e il monte Marzio, ricche di materiale sabbioso. Fino al 1940 esistevano in quella zona delle cave, da cui veniva estratta la sabbia per le costruzioni.

Il Ceresio ha varie anse lacustri, che la gente ha chiamato e chiama laghetti. Per la loro vicinanza al laghetto di Ponte Tresa, citiamo i laghetti di Agno, di Lavena, di Brusimpiano; ma solo il laghetto di Ponte Tresa forma un’autentica insenatura interna, quasi una baia, dovuta al fatto che, aggirando il monte Sassalto di Caslano di fronte a Lavena, la fiumana delle acque venute dal Nord formò l’insenatura del laghetto di Ponte Tresa, contornato, oltre che dal monte Sassalto o monte di Caslano (m. 523), anche da altri monti: il monte Marzio (m. 880) che sovrasta Lavena; il monte Mezzano (m. 932) che sovrasta Marchirolo, Cadegliano e Viconago, e il monte Rocchetta (m. 502) che domina Ponte Tresa. Tutti questi monti e il territorio posto alle loro falde hanno quindi una storia geologica comune e dovrebbero essere esaminati insieme geologicamente. Da questo esame si potrebbe apprendere qualcosa in più di quanto ora si sa sul bacino lacustre di Ponte Tresa, sulle sue rive e sul vasto territorio circostante.

Tratto da:

“Ponte Tresa, Terra ed Acque”

di Francesco Dario Palmisano

*pubblicato in http://www.pontetresa.ch/archivio_storico