Si affolla la corsa per la conquista di Palazzo Estense a Varese. Sono sei gli schieramenti già in campo con relativi candidati sindaco, il settimo è praticamente già pronto e si vocifera di altri due in incubazione. D’altro canto mancano ancora un paio di mesi alla presentazione delle liste ed è logico immaginare che il parterre si possa facilmente allargare, magari con qualche sorpresa. Ma chi sono i candidati già in campo? Paolo Orrigoni (Lega, Forza Italia, Ncd, Movimento Libero, Fratelli d’Italia), Stefano Malerba (Lega Civica), Andrea Badoglio (Varese Civica), Francesco Marcello (Riva Destra e altri), Davide Galimberti (Pd, Varese 2.0, Lista De Simone, Lista civica del sindaco), Alberto Steidl (Movimento 5 Stelle) e a sinistra un altro candidato sindaco facente capo all’intramontabile Rocco Cordì, consigliere di Sel e ai suoi amici.

Si apre finalmente la campagna elettorale, eccezionalmente lunga quest’anno. Qualcuno è in corsa da mesi, altri cominciano ora, ma c’è tempo, si voterà quasi in estate. Le ragioni di questa lunga rincorsa sono sostanzialmente collegate alla mancanza della incumbency, ossia non c’è un sindaco uscente candidato e di conseguenza si sparigliano le carte, e alla politicizzazione delle elezioni amministrative visto che si vota in alcune delle città principali del paese. Per ora siamo nella fase del teatrino, per i contenuti, le liste, la campagna vera e propria c’è tempo. Ed ecco quindi che assistiamo alla commedia del civismo, peraltro stucchevole, tra chi si professa candidato più civico degli altri, c’è poi quello che si appella al solidarismo municipale per mascherare trame di tutt’altro genere, c’è anche chi vorrebbe fare una giunta di soli manager dimenticandosi di essere una foglia di fico, c’è infine chi dice di essere stato selezionato da una consultazione popolare bottom-up, ma un secondo dopo fa professione di fede renziana. Ingredienti per farsi qualche risata, quasi a stemperare l’attesa. Non mancano in questa fase i riferimenti valoriali per cercare di distinguere o qualificare la propria azione politica. Ho notato che in molti sono partiti dal Sacro Monte, forse per esorcizzare il secolare disinteresse della cosa pubblica per la montagna varesina. Non certo per conquistarne gli elettori visto che da quelle parti vanno a votare proprio in pochi. Possono piacere o meno a livello personale, ma la qualità dei candidati è sicuramente buona e sono pure molto ben assortiti per professione, interessi, cultura. C’è quindi da aspettarsi che i futuri confronti e dibattiti più o meno pubblici saranno accesi e interessanti nonché concreti.

Gli interrogativi riguardano la tenuta delle coalizioni, soprattutto quella del centrodestra, la capacità dei candidati pescati nella società civile di fare la differenza e portare reale valore aggiunto al proprio mulino, il peso delle questioni nazionali, importante soprattutto a sinistra dove gli umori volatili dell’elettorato nei confronti di Renzi possono avvantaggiare o danneggiare il centrosinistra in modo sensibile, la performance del M5S che non andrà al ballottaggio, ma sicuramente destabilizzerà il bacino di consenso tradizionale di tanti partiti alle prese, chi più chi meno, con l’emorragia dell’antipolitica. Un ultimo interrogativo riguarda i programmi. Mai come in occasione di questa tornata elettorale sarà urgente affrontare l’argomento “missione” della città, dal punto di vista economico innanzitutto e poi declinato in tutti gli aspetti del sociale. Non si capisce, non si sa di cosa si vivrà a Varese in futuro, un rilancio è urgente, l’emergenza è reale e concreta ed il problema rimpallato e rimandato per troppo tempo. Inutile avere strade asfaltate, marciapiedi perfetti, parchi e giardini ben tenuti se nel contempo si muore di fame o si emigra.