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Stefano Parisi: mi candido a guidare Milano

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E alla fine a Milano il confronto principale per conquistare palazzo Marino sarà una questione riservata a Giuseppe Sala e a Stefano Parisi. Non me vogliano gli altri, ma le possibilità di farcela per Corrado Passera o per Patrizia Bedori del M5S sono a questo punto molto basse se non nulle. Mentre le ragioni della candidatura Bedori sono chiare, il M5S fa corsa a sé in ogni caso e ovunque, restano incomprensibili quelle di Passera. Candidatosi con largo anticipo, forse per mettere il cappello sul variegato segmento elettorale del centro destra e costruirsi una primogenitura, si pensava che l’ex ministro montiano si sedesse alla fine al tavolo delle trattative, ma così non è stato. Difficile peraltro, sedersi ad un tavolo con futuri alleati ponendo la conditio sine qua non che il candidato sindaco lo faccio io. Così è andata ed ora è ufficiale il candidato Stefano Parisi che pubblica la seguente dichiarazione: "Accogliendo l'invito che mi è stato rivolto da tutte le forze politiche del centrodestra ho deciso di candidarmi per diventare il prossimo Sindaco di Milano. E' stata una scelta difficile perché implica un profondo cambiamento delle mie prospettive di vita e professionali, ma la spinta decisiva è venuta dall'aver verificato che intorno al mio nome si è coagulato il consenso di tutte le componenti dell'area che è oggi al governo della Regione Lombardia. Di fronte a questo consenso, ritengo un mio dovere continuare a dare il mio contributo al servizio a una comunità, come quella milanese, con la quale così intensamente ho lavorato negli ultimi 15 anni. Ringrazio i leader del centrodestra che hanno voluto darmi fiducia. Ringrazio i tanti che in questi giorni mi hanno manifestato il loro entusiasmo e il loro appoggio, a cominciare da Gabriele Albertini e Letizia Moratti. Sono convinto che tutti insieme potremo riportare a Milano quell'energia e quella qualità di governo che hanno caratterizzato le giunte di centrodestra, e riprendere il percorso di costruzione del suo futuro, interrotto dall'amministrazione Pisapia. Milano tornerà ad essere aperta, libera, sicura, efficiente e orgogliosa di poter dare il meglio di se' al Paese". Al di là delle frasi di rito e dei ringraziamenti di circostanza, è già chiaro il leit motiv della campagna. Milano con Pisapia si è fermata, tocca a noi rimetterla in movimento. Non si è fatto attendere il commento di Giuseppe Sala dal centrosinistra che così accoglie la notizia: “è difficile accettare che dopo 30 anni una candidatura sia decisa da uno strascico di berlusconismo". E aggiunge "Parisi ha capacità e io non ne parlerò male. I milanesi vogliono concretezza e non vedere gente che si accapiglia, ma non mi piace una candidatura”. Sala evidentemente non l’ha presa bene, la sinistra si aspettava una candidatura di testimonianza, si aspettava che il centrodestra abbozzasse, ma niente di più. Ed invece è saltato fuori un nome importante, di qualità, con un profilo simile a Sala ed in grado sopprattutto di compattare il centrodestra. Una competizione interessante e di alto livello. La sinistra conserva un indiscutibile vantaggio iniziale nella partita, ma i dubbi sulla tenuta cominciano ad essere tanti. Il primo riguarda la compattezza dello schieramento, riuscirà la sinistra a non perdere pezzi strada facendo e ad evitare una seconda forte candidatura sempre a sinistra, cosa data per molto probabile? Il secondo riguarda il profilo nazionale della competizione. Inutile nasconderselo, le elezioni a Milano hanno valenza politica, Renzi si gioca molto del suo peso e della sua credibilità. Con un Sala che ripete come un ossesso che non si faranno le prove del partito della nazione, ma nel contempo non riesce a nascondere l’imprimatur renziano sull’operazione, la dice lunga, un fattore di debolezza in campagna elettorale e l’abbraccio renziano potrebbe rivelarsi controproducente se non mortale visto il basso indice di gradimento del premier soprattutto alle nostre latitudini. Il terzo dubbio riguarda la qualità di Parisi e la sua estraneità alla politica politicante, difficile attaccarlo anche perché Sala finirebbe per parlare di un suo sosia, un boomerang. Una partita che incuriosisce ed intriga, sicuramente di alto livello come merita Milano, un confronto che, altro problema per la sinistra, richiamerà sicuramente alle urne tanti astensionisti di lungo corso, quelli che nel 2011 contribuirono ad affossare la Moratti. Vedremo, siamo solo all’inizio.

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