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Cultura d'impresa

Cultura d'impresa (38)

di Mario Talamona* con introduzione di Claudio Bollentini I varesini conoscono il nome Toeplitz per via della magnifica villa sul colle di sant'Ambrogio che guarda verso Induno, oggi parco pubblico. Nella prima metà del secolo scorso fu di proprietà di Giuseppe Toeplitz, poi fu venduta ad una nota famiglia varesina ed infine ceduta al comune di Varese che la trasformò oltre quarant'anni fa in parco pubblico. Molto bello, con la scenografica fontana e la vista impagabile. Ma focalizziamoci sulla figura di Toeplitz e soprattutto su alcune storie che riguardano in qualche modo la villa. Ho scelto alcune riflessioni di Mario Talamona scritte molto tempo fa su Il Corriere e ripescate dal sottoscritto nel mio disordinato archivio. buona lettura (C.B.).
  da SurviveMilano* Parlare, oggi, di fabbrica a Milano, significa parlare di ex fabbrica tramutata in loft, open space o show room. Chi immaginerebbe che, in centro, poco più in là dell'Isola, c'è una fabbrica attiva e produttiva? E possiamo visitare parte dello storico stabilimento della Branca, grazie al museo interno, che racconta storie antiche fatte di speziali, bottai, in un percorso odoroso di spezie. Una fabbrica-museo in centro città: la Branca In un periodo in cui la produzione industriale è delocalizzata, è una vera sorpresa questa della Branca a Milano. E possiamo anche visitare il museo interno alla fabbrica, che ci porta tra antichi speziali, pubblicità psichedeliche anni Sessanta, magazzini pieni di sacconi di spezie, botti alte ed infiniti magazzini di invecchiamento. E su tutto veleggia l'aroma di spezie che, mescolate, danno vita a spiriti antichi, prodotti nello stesso modo da 160 anni. 
di Paola Montonati*Uomo dai molti talenti, Giuseppe Luraghi ha saputo destreggiarsi con abilità nella Milano del secondo novecento, con risultati prestigiosi nei campi dell’automobile e dell’editoria, non trascurando la sua passione per la scrittura.Figlio unico di una giovane coppia della piccola borghesia milanese, Giuseppe Luraghi nacque a Milano il 12 giugno del 1905.La sua infanzia venne segnata da due tragedie; a 15 anni perse il padre Felice, che lavorava per il settore import export di una ditta che commerciava con l’India, durate l’epidemia di spagnola del 1918 e solo due anni dopo anche la madre, Giuditta Talamora, seguì il marito nella tomba.
Due fatti recenti hanno acceso i riflettori su Giovanni Borghi, emblematica figura della migliore imprenditoria lombarda, icona del "cumenda" varesotto, uno dei più genuini artefici del boom industriale del dopoguerra in Italia. Nel 2002 Mondadori pubblica il libro di Gianni Spartà "Mister Ignis", biografia di Borghi, mentre nel 2014 la Rai trasmette una fiction in due puntate a lui dedicata e liberamente tratta dal suddetto libro, "Mr. Ignis", diretta da Luciano Manuzzi e prodotta da Renzo Martinelli: a interpretare l'imprenditore lombardo è Lorenzo Flaherty. Ripercorriamo la sua vita sintetizzandola in poche righe. Purtroppo non ho avuto il piacere di conoscerlo, vista la mia tenera età in quel periodo, e quindi ricostruisco la sua vita attraverso varie fonti sul web, scusandomi per eventuali inesattezze.
L'espressione triangolo industriale indica un'area fortemente industrializzata e attiva del nord-ovest d'Italia, corrispondente al triangolo con vertici nelle città di Torino, Milano e Genova. È in quest'area che tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo prende piede l'industrializzazione dell'economia italiana su grande scala. Concentrando la maggior parte dell'offerta di lavoro, sarà un'area di forte immigrazione interna dalle altre aree d'Italia - centro, sud e nord-est - fino a ben oltre gli anni sessanta del cosiddetto "miracolo economico".Origini e sviluppo: All’epoca dell’unificazione del Regno d’Italia, il nostro era un Paese fondato sull’agricoltura in cui gli operai ammontavano a meno di 500.000 unità, mentre coloro che lavoravano nei campi erano svariati milioni di persone. Da quella data all’inizio del nuovo secolo, le trasformazioni nell’industria, e di conseguenza nella società, italiana furono enormi. Fu anche il luogo di nascita di orientamenti politici, culturali e di costume che hanno…
Di vie intitolate ai Lombardi se ne trovano dappertutto in giro per il mondo. E son sempre vie di banchieri. C'è stato un tempo infatti in cui le monarchie europee affidavano la gestione delle loro fortune ai lombardi. I banchieri “lombardi” operavano con una certa libertà d’azione; a partire dal 1100 la loro attività si sarebbe dispiegata in Francia, Germania, Inghilterra. Lombard Street è il centro bancario di Londra. Erano visti come i “cattivi” dell’epoca. Ancora nel 15esimo secolo esercitavano il prestito su pegno e quindi venivano considerati sordidi usurai ed erano quindi molto mal visti. Già dal Medioevo in quella zona di Londra si concentravano le principali attività legate alla gestione del denaro e proprio lì c'erano le sedi operative dei banchieri lombardi che hanno lasciato il nome alla via.
Segnaliamo un bel libro uscito di recente “La sfida internazionale della Comit” (ed Mulino, 2013), scritto dal docente dell’Università dell’Insubria, Carlo Brambilla. Il Prof. Brambilla racconta della strategia di espansione globale della Commerciale che, fondata nel 1894 da banche germaniche e francesi, aveva sempre la vocazione internazionale, ripercorre gli anni della presidenza di Raffaele Mattioli dei suoi successori, tutti interessati a portare l’istituto fuori dai confini nazionali. Francesco Cingano, all’epoca l’Amministratore Delegato, nel 1979, descriveva bene la strategia della Comit “Non certo per esibizionismo provinciale ma per una difficile scelta di allargare i nostri mercati e su di essi competere” . La Comit si trovò nei primi ’90 a essere una multinazionale in 42 paesi con un ruolo da leader della corporate finance europea.
La società Ceretti e Tanfani, fondata nel 1894 dagli ingegneri Giulio Ceretti e Vincenzo Tanfani, “pionieri della tecnica dei trasporti su fune”, fu la prima azienda in Italia a progettare e costruire funicolari per trasporto di materiali, e la prima al mondo a costruire una funivia con cavalletti intermedi per il trasporto di persone. L’attività si estese in breve anche alle teleferiche e ai trasporti meccanici in genere e l’azienda è a tutt’oggi leader nel settore degli impianti a fune per il sollevamento e per il trasporto di persone e materiali.
Uno spaccato di storia industriale del territorio, il basso varesotto, che racconta del cotonificio Ponti e, attraverso di questo, di una comunità, di modelli di impresa e di (pre)rivoluzione industriale. Un lavoro realizzato con rigoroso metodo storico, basato su documenti recuperati dagli archivi locali. Affascinante rivivere le imprese - in ogni senso - di una famiglia che ha segnato la storia economica d'Europa e che, per quanto ci riguarda, con grande visione, ha dato una spinta sociale importante reinvestendo nel territorio le ricchezze acquisite.

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