Claudio for Expo

ICH Sicav

 

Il distretto del mobile della Brianza

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In Brianza, si producono mobili da circa due secoli. Lo stimolo iniziale fu costituito dalla diffusione delle prime dimore della borghesia milanese, il cui arredamento richiedeva mobili in stile di alta qualità e dalla costruzione della Villa Reale a Monza. L’industria, fino alla Seconda guerra mondiale aveva una connotazione prettamente artigianale: solo in seguito si avviò una industrializzazione dei processi produttivi.
Alla produzione artigianale del mobilio si affiancarono in via collaterale un complesso di altre attività: l’intaglio, l’intarsio, la lucidatura, la laccatura, la doratura, l’imbottito, la lavorazione del metallo, dei marmi, dei vetri e dei cristalli; nonché imprese commerciali dedite alla vendita di materie prime, di ferramenta e ottonami, di tessuti. Il territorio diede vita ad una “area sistema” integrata e diversificata per l’arredamento, dove le relazioni intersettoriali e infra-settoriali costituivano la regola. Un reticolo di piccolissime imprese collegate fra loro da relazioni di interdipendenza e complementarità.

Il distretto ha vissuto una fase di sviluppo fino alla fine degli anni ‘60, con un andamento eccezionale nell’immediato periodo postbellico, fra il 1945 ed il 1960, connesso alla rapida crescita del reddito delle famiglie italiane e al fenomeno dell’inurbamento, che hanno fatto decollare la domanda dei beni del “sistema casa”. L’industria del mobile brianzolo si ampliò in volumi prodotti e per il numero di imprese, dal momento che la tecnologia artigianale non poneva barriere all’ingresso. Il limitato investimento necessario poneva inoltre pochi vincoli sul piano finanziario, e la presenza delle “Esposizioni” (iniziative consortili sul piano distributivo) non richiedeva neanche un contatto diretto col mercato finale. Le caratteristiche competitive sono state pertanto per decenni il “saper fare”, sostenuto anche dalla formazione professionale, basata sulla Scuola Arti e Mestieri, costituita nel 1882.

A partire dagli anni ‘70 il numero delle imprese ha cominciato a ridimensionarsi, così come l’occupazione. Si è avviato da allora un processo di trasformazione, che nella prima fase ha comportato il diffondersi del processo della subfornitura, guidato da alcuni protagonisti della filiere, ed un riposizionamento del sistema di prodotto sul “su misura” (che richiede un contatto diretto col cliente finale, in passato pressoché assente) per poi passare al “su disegno”, personalizzando il prodotto sempre di più sulle esigenze del singolo cliente. Negli anni 90, inoltre, in una fase che non è ancora conclusa, il distretto ha dovuto affrontare i cambiamenti profondi del sistema tecnologico (automazione flessibile, lean production, …), della domanda (esigenze sempre più personalizzate dei consumatori italiani e stranieri), della competizione (competitori esteri) e del sistema distributivo (GDO, franchising, …).

Dell’industria fanno parte imprese che producono prodotti finiti (soprattutto mobili, sedie, divani, tavoli, camere da letto, infissi, pavimenti) ma anche componenti (vernici, collanti, materie plastiche, minuteria metallica e ferramenta, produttori di macchine per la lavorazione del legno, produttori di tessuti, …). Il distretto gestisce nel suo complesso più fasi produttive, non solo l’assemblaggio dei mobili, ma anche l’intaglio, l’intarsio, la lucidatura, la laccatura, la doratura, la lavorazione di vetri, metalli, plastiche, imbottiture, ecc. Molte imprese sono poi specializzate nei componenti d’arredo (lampade, etc.). Le imprese del distretto sono mediamente molto piccole e la dimensione artigianale è dominante ma il sistema è al tempo stesso fortemente polarizzato, con la presenza di alcune grandi imprese, spesso leader a livello nazionale ed internazionale ed un consistente nucleo di imprese medie.

Le grandi impreseeseguono gran parte delle fasi produttive al loro interno; si caratterizzano per il livello elevato delle tecnologie adottate, la qualità, l’innovazione, l’R&S, e il ruolo di leadership nella filiera. Le imprese medio-piccole hanno una connotazione artigianale ma sono in grado di produrre comunque su grandi lotti. I loro fattori competitivi principali sono l’efficienza e la flessibilità dei processi. Le imprese artigianali in alcuni casi, non dispongono di capacità commerciali e progettuali ma hanno comunque capacità tecniche e creative elevate, che consentono loro di operare per studi professionali di prestigio. In altri casi, hanno anche capacità progettuali e commerciali e fanno lavori su misura su loro portafogli clienti. In altri casi, infine, sono specializzate su produzioni in serie di beni di media qualità, che commercializzano attraverso enti consortili: queste ultime, tra le imprese artigiane, sono le più fragili. A fronte di un mercato fortemente differenziato dal punto di vista qualitativo, le imprese brianzole operano per lo più nella fascia medio alta puntando principalmente sulla differenziazione qualitativa del prodotto. Tale specificità è riconducibile all’alto potenziale creativo del sistema produttivo e alle forti competenze tecniche e professionali presenti sul territorio.

Il principale asset competitivo del distretto è rintracciabile infatti nell’attività di progettazione e design, che dà contenuto estetico e tecnico ai prodotti. Il sistema distrettuale gioca in questo senso un ruolo molto importante: il rapporto di collaborazione-competizione che caratterizza i legami fra imprese tende a favorire un processo di innovazione continuo ed una capillare e veloce diffusione dell’innovazione e del design. Attraverso rapporti di collaborazione di diversa natura (dal semplice contatto al più complesso design congiunto di prodotti e processi) si possono generare flussi di informazioni e conoscenze di stimolo per le imprese. Gli attori del processo di diffusione dell’informazione sono molteplici: dai rappresentanti di prodotti, ai produttori di macchinari, ai designer.

Nel distretto ha giocato un ruolo chiave il ricorso a designer esterni e in questo senso la vicinanza con Milano ha da sempre rappresentato un fattore critico di successo. Inoltre, un ruolo importante è ricoperto dal Salone del Mobile di Milano, che rappresenta importanti occasioni di aggiornamento sia sulle tecnologie, che sui materiali e sul design. Infine, rilevante appare anche il turn-over di personale tecnico tra i produttori nel processo di disseminazione delle conoscenze e delle competenze. La condivisione del capitale umanoè infatti un importante valore. Nel distretto si è dunque sviluppato un circolo virtuoso dell’innovazione e del design che consente alle imprese distrettuali di raggiungere ottimi livelli qualitativi. Tale circolo può essere così schematizzato:

  1. I grandi investimenti di design attivano molte risorse professionali interne ed esterne alle imprese.
  2. Le imprese più innovative creano economie esterne per tutto il settore perché: a) alimentano una domanda di grandi designer; b) fanno tendenza; c) formano designer nei propri uffici progettazione/sviluppo che spesso si mettono in proprio o si trasferiscono in imprese che aspirano a migliorare la qualità del loro design; d) fissano nuovi standard per i fornitori di materie prime, semilavorati, componenti e prototipisti di cui si servono tutte le imprese.
  3. Molte piccole imprese ricorrono a consulenti esterni non solo per lo sviluppo iniziale dell’idea, ma anche per i servizi direzionali e di sviluppo del progetto, ruolo rivestito dall’ufficio progettazione/sviluppo nelle aziende più strutturale.

Il Distretto si è da sempre contraddistinto per la propria volontà di un continuo miglioramento, una ricerca che lo ha trasformato negli anni come uno dei territori produttivi più interessanti e di successo nel panorama internazionale. La ricerca di prodotto, la formazione del personale, i processi produttivi, logistici, gestionali e commerciali, sono solo alcune delle aree di intervento su cui si concentrano gli investimenti delle imprese del settore, peraltro limitati a causa della particolare struttura imprenditoriale del Distretto, caratterizzato da numero elevatissimo di imprese dalle limitate dimensioni aziendali e finanziarie. L'anello probabilmente più debole dell'area distrettuale riguarda i produttori (prevalentemente a base artigianale) di mobili tradizionali ed in stile. Nonostante le elevate competenze e la qualità intrinseca di molti prodotti, la dimensione ridotta della maggior parte delle imprese, la minore proiezione sui mercati internazionali ed il cambiamento di gusti sul mercato interno hanno portato, e sempre più porteranno in futuro, a spazi di crescita particolarmente ridotti per questo tipo di produttori. Lo scenario appare meno compromesso per quanto riguarda i produttori di mobili moderni, che includono sia i leader sia imprese di minori dimensioni, che basano il loro fatturato prevalentemente sul mercato nazionale e sulle produzioni su commessa.

Fonte: http://www.osservatoriodistretti.org

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