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Enrico Mylius, tra industria e mecenatismo

Scritto da  Claudio Bollentini e Giulia Borgese

Industriale e finanziere, collezionista e mecenate, imprenditore e filantropo, tedesco e protestante di cultura ma lombardo e milanese per scelta: Enrico Mylius (1769-1854) ha il suo nome tra i cittadini benemeriti nel Famedio del cimitero Monumentale. Ma, a parte questo, non si può certo dire che Milano e la Lombardia si ricordino facilmente di lui che pure, tra le altre cose, investì gran parte del proprio patrimonio in quella Società d' Incoraggiamento Arti e Mestieri, tuttora in funzione. Altri meriti ebbe, dimenticati: come quello, non da poco, di mettere in contatto Manzoni con Goethe, e di essere stato consigliere e finanziatore dell'Accademia di Brera, amico di Francesco Hayez.

Era arrivato a Milano da Francoforte alla fine del ' 700 e nel 1801 aveva concentrato le sue attività nella produzione della seta: la filanda che costruì a Boffalora divenne meta degli industriali europei che venivano a studiare i nuovi macchinari ideati da suo figlio nel 1827. È proprio intorno alla figura di questo unico figlio, Giulio, che ruota la vita di Enrico Mylius. Il giovane si ammala gravemente, sposa l'amata Luigia Vitali, e muore. Luigia continua a vivere nella grande villa che Enrico aveva acquistato a Loveno di Menaggio, anche quando sposa in seconde nozze il nobile Vigoni, da cui avrà cinque figli. Alla morte dell'ultimo di questi, Ignazio, nel 1983, nasce l'associazione culturale italo-tedesca «Villa Vigoni». Vi sono conservate le statue neoclassiche, la biblioteca, i dipinti tra cui i ritratti di Hayez (bellissimo quello di Luigia) e di Giovanni Migliara, il bozzetto di Pompeo Marchesi per il monumento a Goethe... Collezioni esposte adesso al Museo Bagatti Valsecchi.

Ma facciamo ordine, ripercorriamo e ricordiamo analiticamente la storia e le vicende di questo importante personaggio.

Heinrich Mylius nacque a Francoforte sul Meno nel 1769, ultimo di tredici figli di Johann Christoph, viennese trasferitosi nella città tedesca per lavorare presso la banca Neufville, e di Dorothea Kraus, originaria di Weimar. Mentre Heinrich portava avanti la sua formazione scolastica elementare, il padre iniziò a costituire una propria azienda, improntata sulla lavorazione del cotone, la "Mylius & Aldebert" di cui il fratello maggiore, Johann Jacob divenne socio.

Nel 1788, a soli 22 anni, Heinrich si stabilì a Milano per costituire una piccola filiale della ditta di famiglia di cui divenne direttore. Nel milanese l'imprenditoria del Mylius sembrava andare a gonfie vele e per questo nel 1803 Enrico (così ormai era noto il Mylius) fece domanda alla camera di commercio di Milano per richiedere la possibilità di aprire un'azienda per la produzione e la vendita di panni e tessuti. Qui si affermò rapidamente come banchiere e imprenditore e, nonostante fosse stato arrestato e temporaneamente espropriato nel periodo francese, divenne una delle persone più ricche ed influenti di Milano, dedicandosi dal 1811 quasi esclusivamente alla produzione ed al commercio della seta che apprese rapidamente dalla secolare tradizione meneghina. In breve tempo realizzò delle filiali a Sesto San Giovanni, Boffalora sopra Ticino, Loveno di Menaggio. La più importante di queste, quella di Boffalora, acquistata nel 1807, aveva la particolarità di rappresentare un vero e proprio passo avanti per la scienza della lavorazione della seta dell'epoca: qui era infatti stato sperimentato il metodo della filatura "a freddo", il che consentiva di produrre seta di maggiore qualità evitando il consumo di energia, servendosi in vece del fuoco vivo, di una caldaia centrale allo stabilimento che inviava acqua già calda nelle bacinelle dalle quali poi venivano tratti i bozzoli. A Boffalora si stabilì anche il chimico tedesco Antonio de Kramer che venne visitato nel 1827 dall'inviato del governo prussiano, Wilhelm von Turk, per studiare i nuovi metodi di produzione, lavorazione e tintura della seta.

Inoltre egli fu mecenate, collezionista d'arte e filantropo e tenne a lungo rapporti con personaggi come Wolfgang Goethe, Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo, Massimo d'Azeglio e il granduca Carlo Augusto di Sassonia-Weimar (in amicizia grazie alla moglie Fredericke); egli quindi fu anche una delle figure di maggior rilievo della scena culturale milanese del primo '800, commissionando in prima persona numerose opere d'arte e favorendo notevolmente gli scambi culturali tra l'Italia e l'area tedesca.

Egli fu il fondatore e principale promotore della fondazione della Società d'incoraggiamento d'arti e mestieri, organismo del quale fu anche il primo presidente, dal 3 maggio 1841 fino ai suoi ultimi giorni, e del quale furono membri anche personaggi illustri dell'epoca come Carlo Cattaneo. La scuola iniziò a svilupparsi sul modello dei politecnici che stavano nascendo a quell'epoca in Europa, così da concedere anche a Milano di avere una scuola ove formare dei tecnici altamente specializzati ed operai per la produzione industriale. Nel 1844, sempre con finanziamenti da parte di Mylius, venne aperta una Scuola di Chimica Industriale a cui poi si aggiunsero corsi di fisica industriale, tessitura serica, geometria meccanica e poi la nuova apertura della Scuola di Meccanica che venne affidata a Giuseppe Colombo che nel 1863 porterà alla nascita del Politecnico di Milano.

Morì a Milano il 21 aprile 1854 e l'azienda, dopo la prematura scomparsa del figlio, passò nelle mani dei suoi nipoti, figli di suo fratello, Heinrich e Georg Melchior Mylius, che già dal 1825 erano divenuti soci di Enrico.


Bibliografia:

C.G. Lacaita, L’intelligenza produttiva. Imprenditori, tecnici e operai nella Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri di Milano (1838-1988), Milano, 1990

F. Baasner, I Mylius-Vigoni. Italiani e tedeschi nel XIX e XX secolo, Firenze, 1994

C. Martignone, Imprenditori protestanti a Milano. 1850-1900, Milano, 2001

M. Poettinger, Imprenditori tedeschi nella Lombardia del primo Ottocento: spirito mercantile, capitale sociale ed industrializzazione, in Rivista di storia economica, XXIII, Milano, 2007

G. Bigatti e S. Onger, Arti, tecnologia, progetto. Le esposizioni d’industria in Italia prima dell’Unità, Milano, 2007

Link Villa Vigoni: http://rete800l.partnertecnologico.it/?id=77

Nell’immagine riprodotta, il quadro La filanda Mylius di Giovanni Migliara, 1828. Questo quadro venne commissionato da Enrico Mylius al pittore Migliara per illustrare la sua filanda di Boffalora sopra Ticino.

Fonti: Giulia Borgese per il Corriere della Sera, Claudio Bollentini, Wikipedia, bibliografia sopra riprodotta

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