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Arte e creatività

Arte e creatività (59)

«La rassegna letteraria “Scrivi l’amore-Premio Mario Berrino”, rappresenta un importante e consolidato avvenimento culturale della realtà di Ispra che, dallo scorso anno, è anche abbinata manifestazione annuale, sulla “Passeggiata dell’amore-Mario Berrino” della posa della piastrella, dell’opera vincente dell’anno sul “Muretto delle Poesie” - sottolinea Martina Cao, vicesindaco e assessore alla cultura del Comune di Ispra-. Siamo felici di questa collaborazione fra comune di Ispra ed enti privati che contribuiscono a dare lustro ad un evento che vuole unire cultura, arte e turismo».
In occasione di un recente evento mondano in quel di Varese, parlando con alcuni amici del più e del meno, ma soprattutto di varesini e varesotti illustri o comunque passati alla storia per un qualsiasi motivo, l’attenzione cadde non so perché sulla categoria dei cacciatori. Ve la faccio breve, si parlò soprattutto di Adelio Ponce de Lèon, originario di Gavirate, milanese d’adozione. L’avucàt, come era soprannominato ed io stesso per tanto tempo non sapevo nemmeno come si chiamasse realmente. Non passava inosservato, sia per il look sia per la parlantina. Un uomo di mondo come pochi se ne incontrano. Al principio lo vedevo in occasione di mostre, inaugurazioni, eventi venatori in giro per la Lombardia. Un giorno, credo alla fine degli anni 80, venne a trovarmi presso la segreteria di un politico per il quale lavoravo, non ricordo per che motivo, ma credo si trattasse di problemi inerenti una riserva…
“Quando dipingo non sopporto altro tetto all’infuori del cielo”! Così raccontava il pittore Gigi Comolli, illustrando la sua vocazione al lavoro en plein air. L’artista nacque a Milano il 19 Giugno 1893, in via Lupetta, a due passi dal Duomo, da una famiglia borghese. Il padre Ernesto era commerciante di spezie coloniali. La madre, Giuseppina Perelli Paradisi, proprietaria di una drogheria in via Torino. Uno zio, pittore, lo indirizzò all’arte. L’altro zio, il senatore  e medico Luigi Mangiagalli, fondatore dell’omonima “fabbrica dei bambini” di Milano, lo invitò spesso nella villa di Premeno. Con lui iI giovane Comolli visitò Parigi dove osservò i quadri degli impressionisti.
di Francesco Greco Con questo titolo il critico e storico dell’arte Rolando Bellini  - docente all’Accademia di Brera e direttore artistico della Biennale di Firenze - introduceva il disegno “Fiori neri in terre di pietra” in copertina della rivista filosofica il “Protagora” fondata da Bruno Widmar. Era il giugno del 2006 è l’artista di origini salentine ben si poteva riconoscere in questo piacere speciale del fare. Un fare caratterizzato da molteplicità di materiali ma anche di capacità spaziali ibride tra scultura e pittura senza categorie e schemi precostituiti. “E’ Pizzolante, uomo vittoriano, capace di riversare tutta intera la sua esistenza nel proprio fare. Specchio di un’esistenza assoggettata alla dolcezza, sofferta, e fragile, dura e ruvida dell’impegno estetico, dello sforzo artistico.
E chi non ricorda il bianco gioco di sfere e cerchi all’ingresso di Como nella piazza di Camerlata? Forse però non tutti ricordano la storia di questa fontana monumentale e chi la progettò. Una storia e una ubicazione, Como, non casuale, ma strettamente legata ai movimenti artistici ed architettonici della prima metà del secolo scorso nella città lariana. Alla metà degli anni Trenta, il Comune di Como si fa promotore di un'iniziativa tesa a sistemare lo snodo stradale del piazzale Corsica, sul quale converge la viabilità proveniente da Milano, Varese e Cantù per confluire in città attraverso la nazionale dei Giovi. L'obiettivo è visto come un'importante occasione per riqualificare, con un elemento d'interesse artistico, il sobborgo periferico di Camerlata.
di Piero Chiara* “Fu nel pieno di quel periodo di ebollizione interno che l’occhio della donna cadde avventuratamente sulla persona di Emerenziano Paronzini, proprio all’uscita della messa e dopo che aveva rivolto, più ardentemente che mai, le sue preghiere un po’ a tutti i santi perché le mettessero tra i piedi un tanghero qualsiasi, ma al più presto possibile. La domenica dopo aumentò la dose delle preghiere, e passando davanti al Paronzini che era di nuovo fermo presso la colonna, intensificò lo sguardo. Quando la mattina del lunedì le venne l’ispirazione di andare a prendere informazioni all’Ufficio del Registro con la carta che aveva ricevuto qualche giorno prima e si trovò davanti l’uomo della colonna, fu sicura che la grazia le era stata concessa.
di Massimo Cappon* È un falso, certamente, ma un falso d'autore. Forse l'unica copia, tra le innumerevoli riproduzioni nella storia della Gioconda, ad essere stata realizzata avendo davanti l'originale. Il quadro, fatto a matita con una tecnica raffinata e un magnetico color seppia rossastro, era dimenticato nel ripostiglio di una casa di Astano, tra i boschi del Malcantone, poche abitazioni attorno al campanile, a due passi dal confine italiano. Sull'altro versante c'è il paese di Trezzino, frazione di Dumenza. Lì era nato, nel 1881, Vincenzo Peruggia, il "ladro della Gioconda", autore trent'anni dopo del furto più clamoroso del secolo, ai danni del Louvre. La copia di Astano era stata realizzata da un amico pittore, Marco de Marchi, detto Richin, compagno di Peruggia durante il lungo soggiorno parigino, e poi dimenticata dopo il processo.
Una grande mostra dedicata a Lucio Fontana e Yves Klein e al loro rapporto umano e professionale. Al Museo del Novecento di Milano tra ottobre 2014 e marzo 2015. Oserei dire la mostra dell’anno, sicuramente la più accattivante alla vigilia di Expo. Un grazie al suddetto Museo che ha portato a compimento un’importante operazione storico-critica regalandoci un gioiello espositivo che rimarrà nella memoria. Vi allego anche il link del video-spot di lancio, tanto per farvi non solo cosa gradita, ma per darvi un motivo in più per andare a vedere la mostra.
La sponda occidentale del Lago Maggiore è la terra natale dello scultore russo Pavel  Petrovič Trubeckoj (Paolo Troubetzkoy). Figlio del diplomatico russo Pëtr Petrovič Trubeckoj (1822-1892) e della seconda moglie, la cantante americana Ada Winans (1831-1918), nasce ad Intra il 15 febbraio 1866 e trascorre l’infanzia e l’adolescenza in un’altra località sul Lago Maggiore: Ghiffa. Qui i genitori realizzano, su un ampio terreno con una bellissima vista del lago, una stupenda dimora, Villa Ada, che ospita artisti e letterati del tempo, quali Daniele Ranzoni, Tranquillo Cremona, Giuseppe Grandi, Alfredo Catalani, Arrigo Boito. La villa è circondata da un grande parco, con alcuni chalets ed un meraviglioso giardino, ricco di piante esotiche e rare curate dallo stesso Pëtr Trubeckoj. A causa di un cattivo investimento finanziario sul finire dell’Ottocento Villa Ada viene venduta, ma la famiglia Trubeckoj continua i soggiorni a Ghiffa, affittando uno degli chalet attigui alla villa. Pavel Trubeckoj…

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